La città del NI, indecisioni popolari

ovvero la fatica di prendere decisioni impopolari

All'inaugurazione della nuova sede degli Amici della Bicicletta di Verona ho avuto il piacere di ritrovare vecchi amici e giovani amiche di quando ero adolescente: un piacere indescrivibile.

In collaborazione con Amicidella Bicicletta Fiab Verona

Prima di tutto perché li ho rivisti e, con i tempi che corrono, questa è già una gran cosa. Poi perché sono anche loro amici della bicicletta e questo è il massimo.

In pochi minuti ho rivisto una fetta importantissima della mia vita, di quel periodo turbolento e inebriante che si chiama adolescenza in cui sembra d'avere dentro al corpo un quintale di mosto in fase di fermentazione tumultuosa.
Ma alla festa ho anche incontrato alcuni amici di un'altra epoca della mia vita, durante la quale il mio impegno politico era al culmine dello sviluppo.

Uno di questi è oggi Assessore ( e socio AdB ) ed è venuto in sede a prendersi una bella razione di pesanti rimbrotti da parte del Presidente Paolo Fabbri (che il cielo lo conservi!).
Un po' per consolarlo e molto per amicizia, mi sono soffermato a parlare con lui dei problemi di Verona visti dai Ciclisti Urbani Quotidiani (CUQ), anche di quelli non aderenti al CAQIO (Ciclisti Accaniti Quotidiani Incavolati Ovviamente).
Cercavo di tradurre in termini più amichevoli e politici i concetti espressi, in maniera rude ed efficace, da uno scatenato e pimpante Presidente.

" I CUQ - dicevo- non chiedono la luna. Vogliono, certo, che si arrivi, in tempi accettabili a costruire una rete ciclabile urbana degna di tal nome, ma chiedono soprattutto un gesto di buona volontà, a costo zero, che consenta loro di transitare, subito, per tutto il centro storico senza dover percorrere il giro dell'oca".

Mi riferivo, miei due fedelissimi lettori, alla possibilità di percorrere le corsie preferenziali e i sensi vietati in contromano: due provvedimenti comuni in Europa e adottati anche in alcune città italiane. Due segnali che sottolineerebbero in maniera inequivocabile la scelta politica di una mobilità alternativa.

Il mio amico Assessore mi ha dato una risposta: "Sono scelte molto avversate", che ritengo emblematica per almeno due motivi: il primo legato alla mentalità generale dei politici e l'altro connesso alla veronesità.
I politici -si sa- coltivano con grande cura il desiderio di essere rieletti. Per questo faticano a prendere decisioni impopolari, suscettibili, cioè, di far perdere voti.

Il secondo motivo deve essere insito nel DNA dei Veronesi e consiste nella perniciosa abitudine di discutere ogni problema all'infinito, fino alla scomparsa dello stesso per cause naturali o per morte dei contendenti.
Non si spiegano altrimenti le risibili, quanto devastanti, pluridecennali continue dispute su temi fondamentali per la sopravvivenza e lo sviluppo della città: Castel San Pietro così o cosà, l'Arsenale museo o l'Arsenale parcheggio, tramvia si, anzi no, anzi un po' si e un po' no. Meglio sempre ni!

I problemi, intanto, ingigantiscono e incancreniscono, la città affoga nel traffico e nello smog, le polveri sottili spaccano grossolanamente i polmoni…
Urgono, caro Assessore e amico, decisioni veloci, anche se impopolari presso i taxisti e gli autisti degli autobus.
Nel frattempo, i ciclisti del CUQ aderiscono in numero sempre maggiore al CAQIO.

Giuseppe Merlin

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