Dal Tibet a Milano in bicicletta. Claudio Piani racconta mille e un'avventura.

Altre volte è stato detto: si viaggia anche per scrivere e si scrive viaggiando. La bicicletta aggiunge al viaggio un’emozione particolare e la scrittura aggiunge all’emozione, il gusto del viaggio.

 

 

Conoscere un autore ciclo-viaggiatore è una ricchezza per tutti i quelli che vogliono allargare l’orizzonte e scoprire meraviglie del mondo, attraverso il lento procedere, Claudio Piani ci consegna l’incontro continuo con genti e avvenimenti. L’avventura vissuta in prima persona,  le fotografie nella loro istintiva spontaneità, sono possibili quando a guidare l’obiettivo della fotocamera è la volontà di non perdere il momento di raccontare l’emozione.

Claudio Piani i diari della bicicletta ciaobici 4

Claudio Piani ha tratto dal diario dei giorni di viaggio il libro “I diari della bicicletta” scritto nel primo cicloviaggio della sua vita Dal Tibet fino a Milano.  Un viaggio durato sei mesi. In realtà era comunque in giro per l’Asia da diversi anni e l’ultimo anno l’aveva trascorso proprio in Cina per un lavoro particolare da scoprire. Terminato il contratto di lavoro decide di tornare … in bicicletta! Una bici cinese comprata a Shenzhen, per poco meno di 200 euro! Senza tracce GPS, senza internet, ma con mappe cartacee.

NEL LIBRO  "I Diari della Bicicletta"  Claudio Piani   racconta il viaggio  attraverso alcune delle zone più remote e disabitate del pianeta: dal Tibet all’Asia Centrale, dal Caucaso ai Balcani. Un’avventura dove, insieme a Wencheng, la sua fedele bicicletta, verrà arrestato dalla polizia cinese, dovrà nascondersi dai lupi della steppa e dove lotterà contro la mirabolante forza della natura selvaggia, colpito da tempeste di sabbia, indurito da montagne invalicabili o sospeso, per giorni, in deserti immutati da secoli. Un viaggio mosso dall’incontenibile desiderio di scoprire il mondo ma anche sé stessi. Un viaggio alla ricerca della vera, incondizionata libertà!riporta i numeri,  le considerazioni,  gli aforismi. Ci conduce in bicicletta  verso gli incontri, piacevoli o meno, che hanno dato il sale al suo viaggio.

Claudio Piani i diari della bicicletta ciaobici 9

Riportiamo alcuni suoi appunti:

Solo nel primo mese di viaggio:

Nazioni attraversate: Cina (province Quinghai, Gansu, Xinjian) e Kazakisthan.

1 arresto dalla polizia cinese per un giorno poco più a nord di Urumqui.  Nessuno che parlasse inglese. Non ho ancora capito il motivo;

2 raggi della ruota posteriore spaccati;

4 le camere d'aria bucate;

5 le creature da cui sono dovuto scappare (cani da pastore, cammelli selvatici, poliziotti cinesi, zecche e un ragazzo kazako a cui stavo particolarmente simpatico);

11-13 km/h la velocità media in salita o quando ho vento contro;

18 km/h la velocità media globale giornaliera;

25 km/h la velocità media quando ascolto gli ACDC;

Claudio Piani i diari della bicicletta ciaobici 3

più di 30 le persone che si sono fermate per offrirmi dell'acqua, sigarette, fette di anguria e addirittura un passaggio;

42 la temperatura più alta nella quale ho pedalato;

più di 100 i poliziotti che hanno controllato il mio passaporto nella regione cinese dello Xinjing (due di loro parlavano addirittura un inglese elementare);

120 metri sotto il livello del mare, il punto più basso percorso;

156 km la distanza più lunga percorsa in una giornata (dal 122°kilometro avevo la polizia alle calcagna);

2374 i chilometri totali percorsi;

3699 l'altezza della cima più alta raggiunta con la bici;

Se dall’alba di questo primo mese si riconosce il buongiorno, figurarsi il resto.

Claudio Piani i diari della bicicletta ciaobici 2 mod

Alcune considerazioni ed episodi sparsi:

-sul treno per Lhasa, capitale del Tibet, capisci di avere superato i 3000 metri di quota quando inizi ad avere un leggero mal di testa e i bambini intorno a te iniziano a vomitare all'unisono ;

-salendo in quota con la bicicletta per questione di pressione tutte le buste di cibo sigillate si sono gonfiate fino quasi ad esplodere...le ruote della bici stesse erano dure come il marmo;

-arrivato quasi nel deserto dello Xinjiang sento due piccole esplosioni nel mio bagaglio, senza capire da cosa fossero causate.....faceva talmente caldo che gli accendini che uso per avviare il mio forno ad alcool erano esplosi, costringendomi a cenare mangiando spaghetti crudi;

-il Potala a Lhasa, palazzo di residenza del Dalai Lama, prima che fosse esiliato in India, è Sensazionale...come complessità e ricchezza di particolari, di tutte le strutture che ho visto, credo sia secondo solo a San Pietro a Roma. Centinaia di stanze, collegate da stretti cunicoli, sfarzosi corridoi o piccoli cortili nascosti. Migliaia di statue di Buddha e delle sue reincarnazioni. Tutto talmente bello che neanche i cinesi durante la rivoluzione culturale, nella quale distrussero quasi tutto di religioso, se la sentirono di toccarlo;

-in un piccolo paese kazako mi si avvicina in bicicletta un ragazzo, chiaramente omosessuale, chiedendomi di fare un selfie...accetto volentieri ma quando riprendo a pedalare lui mi viene dietro e, appena usciti dal paese, inizia a dirmi "pasjhausta", che vuol dire "ti prego" indicando la folta vegetazione ai bordi della strada con l'intento di infrattarsi la dietro...dopo dieci minuti di incessanti suppliche decido di accelerare e seminarlo ma, essendo già all'ottantesimo chilometro di giornata e con la bici carica mi ci vogliono 10km e l'aiuto degli ACDC per vederlo scomparire alle mie spalle;

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-la viabilità stradale in Cina è governata dalla legge del più grosso...me ne sono dimenticato il primo giorno dove nonostante il semaforo verde sono stato colpito da un tre ruote passato col rosso...ruota posteriore da buttare;

-ad Urumqui mi sono concesso una giornata in piscina dopo settimane di bici nel deserto... ingresso 20 rmb+5rmb di visita medica obbligatoria con la tipa che controlla se hai malattie della pelle;

-il buddismo tibetano è completamente diverso da quello del sudest asiatico. Un monaco buddista tibetano lo è per sempre, da quando entra nel monastero fino alla morte. Con la "cinesizzazione" e la globalizzazione, sempre meno giovani decidono di diventare monaci... solo le povere famiglie nomade sono le ultime a mandare i loro figli;

 

 “I diari della bicicletta”, racconta il viaggio di Claudio attraverso alcune delle zone più remote e disabitate del pianeta: dal Tibet all’Asia Centrale, dal Caucaso ai Balcani. Un’avventura dove, insieme a Wencheng, la sua fedele bicicletta, verrà arrestato dalla polizia cinese, dovrà nascondersi dai lupi della steppa e dove lotterà contro la mirabolante forza della natura selvaggia, colpito da tempeste di sabbia, indurito da montagne invalicabili o sospeso, per giorni, in deserti immutati da secoli. Un viaggio mosso dall’incontenibile desiderio di scoprire il mondo ma anche sé stessi. Un viaggio alla ricerca della vera, incondizionata libertà!

 

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Andiamo a conoscere l' autore Claudio Piani

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Fernando Da Re

Un cuore, due gambe e una bicicletta. In testa sempre la fresca vivacità di raccontare. Il risultato lo ritroviamo in questo sito da lui creato e portato avanti con l’entusiasmo e l’impeto dell’atleta che cerca risultati.


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