Da Londra a Verona II^

con un gabbiano per amico (seconda parte)

Bea, testa dura, insiste a cercare le rarissime fontane in ferro per dissetarsi. La loro apertura a becco rispondono con un triste “sdeng” o molto spesso hanno acqua non potabile.

Martedì 9 Luglio Maubeuge – Renwez 100 Km.

Stamattina il bar è tristemente sgombro e silenzioso, la colazione viene consumata sul bancone.Il percorso presenta da subito le sue credenziali: un continuo saliscendi, con attraversamento di boschi e foreste. La temperatura dai 21° sale presto ai 35°. Bea, testa dura, insiste a cercare le rarissime fontane in ferro per dissetarsi. La loro apertura a becco rispondono con un triste “sdeng” o molto spesso hanno acqua non potabile. Costretta dalla situazione a fermarsi al bar dove la gentile e paziente barista le riempie la borraccia confermandole che anche gli altri ciclisti sono costretti a fermarsi da lei.

I mattoncini delle case diventano di colore grigio e vengono preannuciati dal trillo della compagnia telefonica che informa che siamo entrati in Belgio. A Chimay, nella foresta delle Ardenne, dalle bandierine esposte nei bar scopriamo che questo è proprio il paese della famosa birra (dalla scritta pareva cinese!) e quindi va assaggiata ancor meglio se accompagnata dal formaggio omonimo. Se oltre al palato volete accontentare anche la vista, c’è il Castello dei Principi.

Il territorio è disseminato di trincee, cimiteri e sacrari che ricordano i militari caduti di varie nazioni. Per fortuna a Cul des Sarts ci si ferma per sorridere davanti alla vecchia dogana rallegrata con manichini e cartelli per foto divertenti. Seguendo la strada delle fortificazioni si arriva a Rocroi (F), interessante per la forma che assume: una stella a dieci punte. Famosa per la battaglia del 1643 tra francesi e spagnoli. La pedalata pomeridiana termina a Renwez.

 

Mercoledì 10 Luglio Renwez – Longwy 145 km.

Ciao da Londra 1

La temperatura massima della giornata raggiunge i 40°. Vedo Bea piedi rossi, immergere la testa nell’unica fontana abbordabile ed io, raggiunta la bella ciclabile lungo il fiume Mosa, mi concedo un tuffo e mi lascio trasportare dalle acque. Proseguiamo su strade provinciali e nazionali sempre attraversando bei paesi, certo se poi ci permettiamo anche di sbagliare e prendere la via più lunga…mi chiedo a che serve portarsi la cartina stradale? Se invece si fosse portata un personaggio maschile avrebbe sicuramente percorso molti chilometri in meno.

Arrivati a Longwy, nella regione Lorena al confine con il Lussemburgo, come al solito fatica a trovare un albergo e data l’ora tarda le tocca cenare in un locale odioso, modaiolo (del tipo tutto vetri con sedie di plastica) dove le portate vengono servite in piatti rettangolari scenografici eleganti. Portano pure un cestino coreografico con 2 minuscoli pezzi di pane e, peggio che peggio, come seconda birra dopo la Heineken chiede una rossa Affligem (che va bevuta nella coppa), invece gliela spinano di nuovo nello stesso bicchiere!

Porca passera, dovevano farle la finezza… Magari si scopre che il cuoco è italiano e lavorava in qualche bella trattoria affollata da camionisti! Forse oggi abbiamo capito perché mancano le fontane: ogni paese presenta all’ingresso il cartello di benvenuto circondato da tantissimi fiori: usano l’acqua per annaffiarli! Infatti dove manca il mazzo e l’addobbo c’è la fontana: può essere?

 

Giovedì 11 Luglio Longwy – Metz 136 km.

ciaobici da londra 4

Partenza fresca: 18°. I paesi che incontriamo per andare verso Lussemburgo città hanno tutti il nome che termina in “ange” come Aubange, Petange ecc….Non ho parole per raccontare le meraviglie che vedo dall’alto: castelli medievali in cima alle colline, edifici antichi e moderni, stradine acciottolate, giardini, cascate, foreste. Ma quello che mi spaventa è questo pezzo di percorso di circa 4 km. da attraversare per uscire dalla città e andare raggiungere il fiume Mosella.

Terrible! Bea ha cercato inutilmente un’alternativa alla strada nazionale finché le hanno confermato che era possibile percorrerla anche in bici. Inizia un gioco da equilibrista perché bisogna tenersi in equilibrio sulla riga bianca larga quanto un rotolo di carta igienica con camion, autobus e macchine che sfrecciano a velocità elevata. La temperatura sale a 31°. Dopo aver superato il tratto successivo poco trafficato siglato N28, l’immaginazione supera i limiti. La ciclabile della Mosella è così bella che la mia assistita ciclista pensa di essere passata nell’aldilà e continua a pedalare, senza sentire alcun dolore.

Il fiume segna il confine tra la Germania e il Lussemburgo e a Schengen (cittadina nota per gli accordi sul superamento delle barriere alle frontiere) entra in Francia. E’ navigabile per imbarcazioni fino a 1500 t. di stazza ed io ci atterro sopra e ne approfitto per farmi trasportare. Dal panorama, dove i vigneti si mostrano come ad una sfilata, si comprende che la zona è famosa per i suoi vini. C’è solo qualche lieve salita, la ciclabile è come un tapis roulant fino a Metz. Questa era una tappa sicura, quindi la mia sopravvissuta era tranquilla perché aveva prenotato l’hotel in anticipo. Che bella Metz! Ha marciapiedi ampi, piazze larghe, i portici con localini, le casette che si affacciano sul fiume, belle chiese e antichi ponti. Fino a tarda sera si può gironzolare tranquillamente per le strade molto animate da turisti, coppiette, giovani, artisti che cantano e ragazzini con lo skate.

 

Venerdì 12 Luglio Metz – Sarrebourg 97 km.

Questa è una giornata monotona tranne la temperatura che varia da 19°a 33°. Seguendo la D999 X Morhange e poi la D27 dove ci sono solo distese di grano, ogni tanto qualche salita (2-3-5% max) poi per cambiare paesaggio Bea ha deviato dal lago de la Mutche. Sembrava annoiarsi anche lì finché non sono apparse le cicogne in piedi sui loro grossi nidi. Attraversata la foresta di Fénétrange ho visto la ruota posteriore della bici afflosciarsi pian piano e ho scoperto come si sostituisce la camera d’aria. Poi il bel Parco della Lorraine. A Sarrebourg trovare l’hotel è stato facilissimo. La sera trascorre con birra e un bicchiere di Pinot nero d’Alsazia. Fatica e contorno rilassante hanno messo la Beona ko .

 

Sabato 13 Luglio Sarrebourg – Gerstheim 115 km.

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Dopo aver raggiunto il canale Marne au Rhin (con alcune salite che non superano il 4%) il cartello “Plan Incliné” induce a pensare che c’è qualche bel salitone in agguato. Sì, ma non per chi va verso est, per Bea è discesa evvaiiiiii. Parecchi turisti affollano il “plan incliné”: è un sistema per riempire il dislivello tra i due corsi d’acqua navigabili: una piccola barca permette di salire e scendere nel piano inclinato facendo poi un piccolo tour del canale inferiore e tornare a salire.

A Lutzelbourg, sempre lungo il canale, comincia una ciclabile stupenda che porta fino a Strasburgo. Impressionato e distratto dalle molteplici barche, sbatto l’ala contro il cartello “benvenuti in Alsazia” ma me la cavo con qualche perdita di piume. L’affascinante Strasburgo è sede del Parlamento dell’Unione Europea e del Consiglio d’Europa, ha il porto fluviale più importante della Francia e, come dicono da noi, last but not least, è la città delle ciclabili: sono davvero ovunque, tutte ben segnalate.

Ho visto due ciclisti del posto litigare e mandarsi a quel paese indicando la ciclabile da seguire. Stavolta infatti è facilissimo uscire dal centro città e proseguire sotto i freschi platani lungo il canale Rhône au Rhin verso Colmar. E se stanno effettuando dei lavori sulla ciclabile? Deviazione con freccia + logo bici, è inutile non ti perdi nemmeno se vuoi. Però, mia cara, sono le 17.30 ed è sabato, io suggerirei di uscire da qui e raggiungere il paese più vicino.

Ecco, infatti in questo posto tanto carino (Gerstheim) c’è solo una signora che affitta camere ma è già al completo. Vediamo altri cicloturisti andare via sconsolati ma nelle borse della bici di Bea c’è sempre la preziosissima tenda con materassino quindi può anche accontentarsi del campeggio. Qui sono odiosi, la titolare fa storie per la bici legata ad un albero ma Bea le spiega che gli alberi sul suolo che le hanno riservato hanno il tronco troppo grande per la catena e dopo qualche smorfia l’antipatica accetta. Poi litigano con dei clienti africani e questi gli gridano “razzisti!”, tra poco se la prendono anche con me perché volo troppo in basso.

Big surprise!: stasera c’è la festa del paese proprio qui in questo campeggio con musica, balli e gran finale con fuochi d’artificio. Fortuna vuole che siamo ad un passo dalla Germania quindi birra a gogò, panini con wurstel ma anche delle deliziose crepes francesi. Anche la musica non è male, cantano perfino “Se bastasse una canzone” di Ramazzotti con un simpatico accento francese. Alle h. 02,00 cala un educatissimo silenzio, tutti a nanna.

 

Domenica 14 Luglio Gerstheim – Rixheim 128 km.

Si ritorna sul canale per arrivare a Colmar dove rimaniamo affascinati dalle casette colorate, dal quartiere Petite Venice. Le stradine si snodano lungo i canali e i tetti della basilica sono coperti da tegole colorate. Per Bea questo è il più bel posto visitato finora, spero non sia perché ha finalmente ritrovato il suo amore ai frutti rossi. Passiamo da Neuf-Brisach, famosa per essere stata ricostruita dal nulla dopo che la Francia aveva perso la città di Brisach, all’altro riva del Reno (oggi Breisach am Rhein in Germania).

Wow! Io dall’alto ho la fortuna di ammirare la sua particolare forma di stella su base ottagonale e da qui posso annunciarvi che si intravedono le prime cime montuose. Se per trovare un posto per dormire siamo andati a finire a Rixheim alle porte di Mulhouse uscendo dal percorso programmato e attraversando la foresta de la Harth sud, non potete immaginare cosa sia successo per cercare dove mangiare: alle 21 è scattato il coprifuoco. La reception dell’albergo e tutti i locali del paese avevano chiuso le porte. Dopo aver vagato disperatamente fino alle 22.30, l’ormai rassegnata e affamatissima Bea, ha trovato un mega ristorante giapponese a buffet dove si poteva mangiare di tutto e di più a buon prezzo. Buona digestione e buona notte, domani si va in Svizzera!

Aaron con Bea

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