Patrick Manoukian, Arte di Perdere Tempo, Viaggio interiore, Filosofia del viaggio
“Il viaggio? Non si tratta di uno spostamento nello spazio, ma di un modo diverso di gestire il tempo. Viaggiare è prendersi tempo di essere altrove. L’importanza che siamo disposti a dare ai nostri viaggi dipende dallo sguardo che abbiamo sulla nostra vita. Si può viaggiare per fuggire, per crescere, per curiosità o necessità.
A cambiare allora è la natura del desiderio. In un caso quello di vedere o conoscerecerte cose, nell’altro quello di vivere. La differenza sta nella condivisione, nel desiderio che il viaggio non sia semplicemente il passaggio, per quanto rispettoso di un individuo nella vita di altri, ma uno scambio di tempo e di emozioni tra persone che si incontrano”. Nelle parole di Patrick Manoukian di cui stiamo consigliando di leggere il suo libro “L’arte di perdere tempo” il viaggio viene presentato nella sua dimensione più interiore: non come movimento, ma come scelta di senso. In esso il desiderio si trasforma da quasi superficiale all’ intimo profondo, dal voler vedere al voler vivere.

Quando il viaggio può diventare incontro, scambio e non solo attraversamento, comprendiamo che proprio la fretta, l’impazienza di stare fermi, l’urgenza di essere altrove può farci perdere la nostra eleganza di viaggiare. L’autore chiama la dote nonchalance e ci spiega con le dovute considerazioni la capacità di sedersi accanto a chi ci è vicino. Un modo naturale per accrescere la nostra sensibilità di vivere da viaggiatori eleganti, consapevoli di essere stranieri di passaggio in casa altrui. Il testo di Manukian è più riflessione che definizione, e proprio per questo invita a soffermarsi e meditare. A volte più che analizzare, è un ivito a “portarsi dietro” le sue riflessioni mentre si cammina.

Aforismi di viaggio nel libro
“Per viaggiare felici bisogna viaggiare sorpresi, vale a dire non avere scopo, per poter scegliere, in qualunque momento, l’occasione giusta per una sosta imprevista. In altre parole, la forza del viaggio sta in ciò che ci porta fuori rotta.”
“Sospendere il tempo, inserirvi anche la nostra immobilità significa assorbire le cose che ci stanno intorno cercando di integrarle al di là di quello che percepiamo. In fondo l’emozione non è che il nostro rapporto con ciò che vediamo. Quello che ci immobilizza sul posto non è la scena concreta che si apre ai nostri occhi, ma l’emozione che questa suscita quando ci rendiamo conto di farne parte”.
“Il viaggiatore indolente che decide di sostare non è incuriosito da quello che cerca, ma di quello che troverà”.
“Gli uomini si mettono l’uno di fronte all’altro per combattere e fianco a fianco per conoscersi”.
“Non importa se non vediamo allo stesso modo il paesaggio che stiamo guardando: l’essenziale è ammirarlo insieme”.

“Molti di noi hanno perso, nell’arte di viaggiare, il senso della condivisione: prendiamo senza dare”.
“Per amare veramente un paese occorre mangiarlo, berlo, sentirlo cantare. Bisogna cioè impegnarsi a capire il modo di vivere di coloro che conferiscono a un dato paese un senso e un volto unici”.
“La sosta appartiene al regno dell’intimo”.
“Preferisco provare emozioni inattese piuttosto che andarmele a cercare”.
“Ciascuno di noi può diventare un museo virtuale e intimo di ciò che ha conosciuto altrove”.

