Weser-Radweg, seconda parte. In bicicletta lungo il Weser, fiume del Rinascimento

500 km. in bicicletta lungo il fiume del Rinascimento

“Pensiamoci ogni sera al tramontar del sole”, ma dall’altra parte del telefono il sole non si vedeva da parecchi giorni. C’è una scultura in bronzo, in città, che rappresenta il soffiatore di vetro.

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Rinteln - Nienburg 110 km.

Il piccolo centro storico della cittadina di Rintel non si dimentica. Le luci ancora alte del tardo pomeriggio accendono la Kirchplatz, la torre di St. Nikolai, le case policrome delle vie laterali, i giardini e il canale. Ma la città ha qualcosa che altre non hanno e che fa “intenerire il core”: il tramonto. Il sole estivo scende tardi e proprio in mezzo al fiume, che in questo tratto scorre da est a ovest, e raccoglie lungo la sua riva, teneri amanti, famiglie a passeggio, escursionisti attardati e cicloturisti stranieri intenti a scrivere messaggi col telefonino in quest’ora “che volge al desio”.

“Pensiamoci ogni sera al tramontar del sole”, ma dall’altra parte del telefono il sole non si vedeva da parecchi giorni. C’è una scultura in bronzo, in città, che rappresenta il soffiatore di vetro. Negli anni ’60 nella fabbrica di bottiglie lavoravano più di mille italiani. Oreste Horst Piro, cultore della lingua, dipendente della locale società elettrica, racconta spesso la storia quando, nel ristorante che frequenta, incontra italiani indaffarati con il menu da interpretare. Il suo consiglio è la Rumpsteack con Bratkartofeln servita in tavola da una incantevole creatura germanica in grembiulone nero. Il caffè a fine pasto è offerto da Piro. Il chiostro di Moellenbeck non è sulla ciclabile principale. Bastano 1,5 km per raggiungerlo e assaporarne l’architettura, la posizione, il silenzio.

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Con poche pedalate in più si raggiunge ancora la via principale che in direzione Eisbergen percorre una strada secondaria con leggero traffico e dopo alcuni chilometri pone all’attenzione del viaggiatore tre alternative. Tutte portano all’incontro con Porta Westfalica. In questo tratto c’è la possibilità di sbagliare via solo per eccedenza di ciclabili, di logo, di indicazioni. Scegliendo la via per Holtrup non si incontrano ne salite ne traffico. Le case in mattoni rossi hanno preso il posto delle precedenti in legno a graticcio e i giardini sembrano uscire dalle migliori riviste, gli alberi da frutto crescono anche per la gioia di uccelli e cicloturisti. Per superare il fiume Weser e il nodo autostradale di Bad Oeynhausen, la ciclabile sale sulla corsia dove sfrecciano le automobili e la percorre affiancata, protetta, dando un senso di perfetto equilibrio nei rapporti tra i diversi mezzi di locomozione.

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Il panorama presenta da un po’ di tempo un teatro di alture. Già da parecchi chilometri è visibile un monumento eretto sulla cima di una collina all’ altitudine di circa 300 metri. Si tratta del Denkmal, monumento eretto in onore di Guglielmo I alla fine del 1800. Sulla riva opposta destra, una torre di telecomunicazioni domina anch’essa la vallata.I due punti sono le estremità di una spaccatura di circa 800 metri che il fiume ha dovuto scavare per continuare il suo itinerario verso il Mare del Nord in località Porta Wesfalica.

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La pianura formatasi davanti alla gola è ancora ricca di acque che alimentano laghi e di campi coltivati a grano. Di attrazione normale, quasi deludente rispetto all’immaginario, il passaggio in questo luogo nonostante le stellette attribuitegli dalle guide turistiche. Iin questa area vicino a Minden il cicloturismo e il turismo in generale sono sostenuti. Il fiume diventa ampio, calmo e lascia libertà per ogni genere di sport acquatici. Fermarsi a Schiffmuhle per ristorarsi dà modo di approfondire e discutere le proprie idee sul cicloturismo. Come questo tantissimi altri luoghi sopravvivono esclusivamente con il turismo in bicicletta. Nessuna automobile in circolazione. Il variopinto abbigliamento dei ciclisti in sosta crea aiuole colorate sotto l’ombra di ombrelloni pubblicitari bianchi o gialli posizionati in area soleggiata o all’ombra di grandi alberi. Il fiume scorre vicinissimo, da un semplice molo in legno la gente attende l’arrivo di una motobarca, su di un prato vicino alle centinaia di biciclette parcheggiate, i bambini giocano come su una spiaggia servendosi di sabbia, palette e secchielli forniti dal locale.

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Chi arriva, chi parte incontra sguardi amici e saluta. Spesso sono gli stessi incontrati lungo la via.Si è subito a Minden città fondata da Carlo Magno.Lunghi tratti alberati di grandi querce, olmi e faggi, mitigano il caldo e l’afa lungo il tratto verso Petershagen e Ovenstadt regalando la compagnia del fiume sulla destra, e del vento di direzione variabile, tra ore 5 e ore 7, quasi sempre a favore. A fianco della ciclabile spesso panchine invitano alla sosta. La ciclabile si allontana dal fiume portandosi in una vasta pianura coltivata, poche imprese agricole attrezzate, e villaggi sonnolenti. Nei pressi della chiesetta di Buchholz alcuni bambini vendono ciliegie ai passanti e i loro sacchetti da mezzo chilo sono quasi terminati. La strada fa consumare energie e la frutta ne integra in maniera adeguata liquidi, zuccheri e vitamine. I bambini ringraziano, salutano dell’acquisto e contano i pochi spiccioli incassati.

L’itinerario prosegue in una zona ricca di laghi che il fiume mantiene vivi. Molti di questi si capisce presto dalle strutture che si incontrano, sono od erano cave di sabbia. L’uomo che ha frugato nel terreno ferendolo, non restituisce cicatrici, ma luoghi perfettamente in sintonia con l’ambiente dove volatili di diverse specie alternano volteggi e gridi, su laghi di nuova crescita. Sulla riva, spiagge artificiali accolgono bagnanti e amanti del birdwachting. Estorf, un paesino di poche centinaia di persone ha letti per dormire ma non ha punti di ristoro. La voglia di mangiare fa superare la fatica degli ultimi chilometri per raggiungere la più attrezzata cittadina di Nienburg.Chi crede alla presenza dell’angelo custode lo fa in base alla proria esperienza: spesso nell’immaginario è singolo, di sesso incerto, biondo, con le ali, a volte spada in mano. In questa città sono in coppia, di sesso femminile, biondi, senza ali, cellulare in mano, pronti, a prestare efficacemente aiuto a due cicloturisti, stanchi che nella penombra della sera, sfiduciati cercano un tetto ed un letto. Messaggeri del presente, Angeli custodi di un mondo che è già centro commerciale, ma che non potrà divenire, merito loro, solo deserto.

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Nienburg - Brema 110 km.

La ciclabile si comporta come un ubriaco e gira e rigira tra i campi coltivati pronti al raccolto, le fattorie sparse, gli allevamenti e raggiunge un punto di sobrietà presso la chiusa dello Schleusenkanal dopo Drakenburg. Punto di attrazione l’apertura e chiusura delle porte che regolano il livello dell’acqua per far entrare ed uscire barche e chiatte. Quasi monotona ma sicura e perfettamente conservata la ciclabile raggiunge Hoya dopo il transito davanti alla antica chiesa di St. Nicolai in Bucken. La maestosa facciata con torri campanarie gemelle, la pala lignea dell’altare lavorata e decorata, il fonte battesimale in pietra scolpita ne fanno un punto di sosta. La strada che sembra non finire mai in questa pianura ha ancora un punto di interesse naturalistico nei pressi del Alveser see. L’impressione è che la strada si accorci per l’entusiamo di arrivare a Verden. Verden è una città conosciuta per la società di calcio e ne condivide il nome con Brema dando l’idea che ancha quest’ultima sia vicina. Ma devono essere percorsi ancora 50 chilometri per raggiungere la sua periferia.

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In questa regione a vocazione agricola, dove allevamenti di cavalli e bovini riempiono la scena, dove le abitazioni mascherano grandi stalle e l’assenza di rumori viene compensata dalla ricchezza degli odori non sempre profumati, quando il desiderio di consumare un cibo diventa pressante dopo i giorni di lontananza riporta alla mente la pasta del paese di provenienza, l’unica cosa possibile è fermarsi in un ristorante italiano. Il suo nome non può che chiamarsi “La fattoria”. Poco importa che sia gestito da Turchi, nome e bontà dei cibi è tenuto alto dal cuoco di Conegliano che consiglia una breve attesa per una spaghettata allo scoglio, variazione tedesca del più fortunato piatto nazionale. Ottimo. La ciclabile è vero pone in condizione di viaggiare in sicurezza, fuori dal traffico e in presenza di paesaggi naturali. Se il tratto diventa troppo omogeneo e la visione del paesaggio è ostacolata dalla alzaia del canale e dall’altezza del mais, è conveniente provare il transito lungo i villaggi per percepirne la vita, la dolcezza delle case e dei giardini, la possibilità di incontri e relazioni.

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E’ possibile effettuare il tratto dopo Verden seguendo la direzione Langweder, Daverden, Etelsen, Baden, e collegarsi con la Weserradweg sul ponte in località Uesen. Si ha così la possibilità di rendere più vivace il tragitto, osservare chiesette e piazze, ville e parchi, constatare che la tradizione c’è e che esplode ora nelle cerimonie ora nelle sfilate ora negli addobbi ora nei suoni delle bande cittadine.

La ciclabile oramai indica Brema e una decina di chilometri sono sufficienti per arrivare a vederne le lontane strutture. Giunti a Dreye, salendo sulle alzaie del fiume si osserva la città fino al suo centro storico. A meno che non si voglia pernottare in periferia sud magari al buonissimo ed economico Hotel Etap di Habenhausen. Riferimenti utili: Ristorante La fattoria, Verden www.breme.de Hotel ETAP, Borgwardstr,10 Habenhausen

Brema - Dangast (Dangstmoor) 110 km.

Scendeva, in bici, da una di quelle vie che da Habenhausen porta al centro, un uomo di circa settanta anni. I pantaloni grigi, la camicia di un tenue azzurro slacciata sull’ alto colletto sottostava ad una giacca leggera non proprio stirata, ma in tinta. Il suo sguardo si perdeva nell’osservare le strade individuando il momento di attraversare gli incroci a semaforo verde nell’assente traffico della Domenica mattina. Erano circa le nove. Il suo sguardo incrociò quello di due cicloturisti che con lo stesso atteggiamento, rilassato, procedevano verso il centro di Brema. La necessità di ottemperare al precetto festivo aveva ravvivato la discussione tra i due nelle ore precedenti la partenza dall’Hotel. All’unica figura presente in quel momento per la strada raccontarono della loro volontà di visitare una chiesa cattolica. Semplice l’interrogazione, enigmatico ascoltarne la risposta. I cicloturisti proseguirono nella direzione indicata e notarono, ancora lontana, una guglia che annunciava la presenza di una chiesa. Era cattolica, ma chiusa. Strana la presenza sul posto di persone che entravano da una porta laterale in una reception di una casa di riposo. Strana all’esterno una vite che arrampicandosi sulle strutture in acciaio del fabbricato raccontava di un simbolico vino, strano all’improvviso il suono delle campane. La chiesa era la cappella della casa di riposo, era cattolica e di lì a poco sarebbe iniziata la messa. Il tempo per sistemare le bici e mettersi in contatto con l’assemblea. Dai visi delle signore sedute attorno all’altare un po’ di stupore e qualche sorriso.  Dalla loro sedia a rotelle, non finivano di osservare i variopinti ciclisti e lo sguardo di qualcuna, privo di vivacità, si alzava al soffitto mentre mani e testa si contorcevano in uno strano sorriso. Suonò anche la campana che segnò l’ ingresso del celebrante. Lo riconobbero allora i cicloturisti quel sacerdote: era il ciclista, che aveva dato loro le indicazioni. Indecifrabile Helige Messe, magica Emmaus.

LEGGI I LIBRI RACCONTI DI VIAGGIO IN BICICLETTA DI FERNANDO DA RE

Brema, la città-stato, raccoglie attorno a sé la Storia, il Commercio, la Cultura, la Tradizione. Una moderna e vecchia città in tensione verso il futuro senza paura di perdere mai la sua libertà finchè Rolando troneggerà sulla sua Markt. Da poco l’Unesco ha inserito alcuni suoi monumenti nel patrimonio dell’umanità. Lungo la ciclabile verso nord, si individuano subito le strutture industriali e portuali che per oltre 15 km. occupano gran parte dello spazio visivo.

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La riva dove corre la ciclabile è larga, il traffico nutrito e le frequenti soste per fotografare sono d’obbligo. L’attenzione successivamente si sposta su paesini dove la stretta via principale è esclusivamente ciclo-pedonale, dove i tetti delle case sono di paglia, le finestre teatrini romantici, i marciapiedi aiuole fiorite. Sopra il fiume, ampio, scivolano imbarcazioni a vela e a motore, grandi porta-container. La visita alla chiesetta di St. Marien-Kirche, il transito sul lato sopraelevato della cittadina di Brake, la compagnia del vento in poppa lungo l’argine più basso fino a Rodenkirchen, sono le ultime carezze che la ciclabile regala prima di raggiungere, per strade secondarie, Dangast sul Jadebusen; meta che segna la fine di questa Weserradweg, (quella ufficiale finisce a Cuxhaven) e l’inizio di centinaia di altre escursioni nell’ Ost-Friesland. Quasi a premiare la fatica per le difficili scelte alimentari della settimana, il ristorante quella sera proponeva menu a buffet. “Ho detto a buffet, no abbuffata, Renzo”*.*Renzo Marchiotto compagno di viaggio.

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