Bassa Veronese, rivendicare la pista ciclabile

Fantastica Bassa Veronese

Domenica 21 maggio 2006 abbiamo pedalato tra Ostiglia e Legnago, per rivendicare la pista ciclabile lungo la ex ferrovia Ostiglia-Treviso. Eravamo in centosettanta e più, soci FIAB di varie città venete e lombarde e cittadini dei paesi attraversati.

In collaborazione con Amici della Bicicletta Fiab Verona

Abbiamo incontrato, con soddisfazione, politici e amministratori locali per illustrare loro le nostre ragioni a favore dell'Ostiglia Ciclabile. A seconda dei casi, i politici locali sono sembrati scettici o piacevolmente sorpresi dalle nostre proposte. Nessuno, comunque, ci ha trattati con indifferenza o compatimento. Ma quali sono queste nostre proposte?

Cerco di riassumerle in poche righe, consapevole delle difficoltà dell'impresa.

La Bassa Veronese e la zona mantovana e rodigina confinanti costituiscono un territorio ad alto potenziale turistico. In particolare le Grandi Valli, zona valliva bonificata ai tempi del fascismo, sono di grande interesse ambientale. La zona è semi spopolata, fatto raro in una pianura Padana intensamente antropizzata e ciò ha favorito il diffondersi della fauna selvatica. La presenza di due zone paludose protette e di numerosi canali ha richiamato specie di uccelli acquatici che nel periodo iniziale della bonifica erano quasi scomparse.

Il Canal Bianco è destinato, anche se i lavori procedono con una lentezza estenuante, a diventare un'importante arteria commerciale e -perché no?- turistica.
Battelli turistici provenienti dal mare e diretti a Mantova potrebbero benissimo integrarsi con il cicloturismo, come accade negli altri paesi del centro-nord Europa.
Ma la Bassa non è solo ambiente. Nonostante le devastazioni della guerra e l'incuria delle Amministrazioni del passato, si trovano tuttora monumenti di grande interesse artistico e storico: chiese romaniche, castelli medievali, ville venete e maestose corti rurali.

Un cicloturista avrebbe a disposizione diverse attrattive, percorrendo strade e piste praticamente senza traffico.
Il cicloturismo, quindi, diventerebbe la fonte economica nuova, non invasiva e a costi decisamente contenuti, stimolando la nascita e lo sviluppo di opportune strutture ricettive, come B&B, Agriturismo, Alberghi e Ristoranti.

Il presupposto di tutto ciò è che venga realizzata in tempi brevi una rete di piste e percorsi ciclabili ben segnalati e collegati con le grandi vie ciclabili Europee. Innanzitutto la ciclopista del sole e quella dell'Adige.

Poi che si eviti di rovinare l'ambiente con strade devastanti che porterebbero solo traffico e inquinamento. La Bassa offre poco di allettante per il turista tradizionale, attratto dal mare, dai monti, dal lago o dalle città d'arte e, quindi, poco incline a fermarsi in luoghi che giudica insignificanti.

A me pare che questo progetto sia realizzabile in tempi brevi, sia per i costi ridotti delle infrastrutture -come dicevo sopra- sia perché non si parte da zero.
Esistono alle basse piste ciclabili di tutto rispetto e attrattive notevoli. Si tratta di metterle in evidenza e di collegarle tra loro. Chiese romaniche da Legnago a Gazzo, oasi naturalistiche (Brusà e Busatello), parchi urbani (Bovolone e Cerea sul Menago), l'Adige, il porto e il bosco di Torretta, castelli e ville venete possono essere messe in rete anche solo con una buona segnaletica dei percorsi e dei luoghi.
Sto fantasticando? Sì?

Anche per questo ho scritto "fantastica Bassa".

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