Ciclovia Boccioni? A Verona è possibile

una ciclovia a Chievo (VR)

Il motivo per cui Umberto Boccioni sia entrato nella mia cultura è un fatto che ancora mi sorprende.

Mi è stato presentato, la prima volta, da Giancarlo Molinari, (amico e collega, pittore e fotografo) che parlandomi del suo percorso artistico, lo attrasse come soggetto di studio e ricerca. Lo rividi più tardi, Boccioni, ad una mostra dei futuristi a Verona insieme ai suoi contemporanei e le sue opere mi penetrarono. Lo incontrai ancora nella lettura della sua breve vita, nelle recensioni che avevano per oggetto le sue opere. Lo saluto, e continuo a porgergli il pensiero, quando transito davanti al luogo della sua morte: Via Boscomantico a Chievo di Verona, luogo delle mie escursioni in bicicletta.

Come un flash, Boccioni rimane una figura stuzzicante della mia mente come lo è anche il maestro compositore Antonio Salieri, legnaghese di nascita come il sottoscritto.

Non potevo dunque essere assente, visto il tema trattato e la mia precedente esperienza di fotografo, alla conferenza “Contro la Fotografia” di Giovanna Ginex dell’Università di Siena che presentava la fotografia nella vita, nell’opera e nel pensiero di Umberto Boccioni (Sala Farinati - Biblioteca Civica di Verona 14 Novembre 2008).

La ricerca della Ginex sulle fotografie originali eseguite da Boccioni, contribuisce allo studio di approfondimento di opere, luoghi e persone legate all’artista e alla sua casa-studio. Ho appreso così che Boccioni conosceva le possibilità del mezzo fotografico, lo usava personalmente per documentare le sue opere e conscio dell’importanza di farlo, tecnicamente era molto informato e “attento”, utilizzava la fotografia per divulgare la sua immagine (Anton Giulio Bragaglia, Emilio Sommariva), ne godeva dei suoi risultati, ma conobbi pure la sua opposizione alla sperimentazione come forma di espressione artistica all’interno del movimento futurista nascente.

L’ interesse artistico di Boccioni, intriso di spiritualismo nei suoi studi e sperimentazioni, lo condussero a non accettare la fotografia (specchio del reale), come forma di espressione in grado di superare il concetto di oggetto, l’opacità dei corpi, il dinamismo ossia il movimento universale, slancio vitale, “vibrazione universale”, “sensazioni attraversate di luce corposa densa e molecolare”, materia che si trasforma in energia. Studi ai quali Boccioni elargì tutte le sue forze prima di morire a Verona, lungo un sentiero in predicato ora di divenire percorso ciclabile.

Potessi onorarlo attribuendo il suo nome a questa ciclovia! Che la figura di Umberto Boccioni sia entrata nella mia vita per questo?

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(Un uomo in sella ad una bicicletta è un soggetto congeniale a Boccioni, una combinazione ideale per rappresentare il dinamismo e la velocità tipici del Futurismo. È la dinamica della pedalata del ciclista, la fusione tra l'uomo-bicicletta e l'ambiente circostante ad interessarlo e a permettergli di creare un'opera dai colori brillanti, dai tagli diagonali e dalla compenetrazione di piani). ("Tratto da NOEMA, tecnologie e società")

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