Miracoli del cicloturismo

Miracoli del cicloturismo

Il mio viaggio cicloturistico a tappe in Austria e Germania, mi ha lasciato una piacevole sensazione durata sino ad oggi: aver vissuto, senza saperlo, una diversa interpretazione del mondo tedesco, e accorgemi ora che il velo pregiudiziale verso i cugini d'oltralpe è definitivamente caduto.Dodici anni di cicloturismo in quei Paesi hanno fatto il miracolo.

Sono nato nel 1946, al termine dei cinque anni di guerra, e molto probabilmente per mancanza di approfondimento personale o per la poca educazione elargitami da altri, non avevo, intimamente, bene accolto il popolo di lingua tedesca. Il fatto, non solo mio, è successo a molti e ancora tanti non hanno superato questo pregiudizio (lo scambio di idee avuto i questo periodo è una conferma).

La conoscenza della lingua, presentata nei films postbellici simile a latrati, non aveva mai fatto parte né del mio bagaglio culturale, né di quello che proiettavo per la mia crescita culturale; la ruvidità delle espressioni, la durezza delle persone che venivano rappresentate e che andavo idealizzando, creavano ostilità all'approfondimento.

La bicicletta, (oh! benedetto strumento di penetrazione culturale!), ha abbattuto una frontiera sopravvissuta alla caduta fisica delle stesse.

Le mille ciclopiste di quei Paesi, percorse negli anni, sono state balsamo salutare nel trasformare l'esitazione e il pregiudizio in ardimento e affetto verso un popolo.
Chi non conosce non ama, chi non viaggia in bici, non conosce.

E' accaduto piano piano, anno dopo anno, quando, nel lento procedere sopra una sella, accanto all'organizzazione e all'efficienza industriale, ho potuto ammirare i luoghi attraversati apprezzandoli per l'ospitalità profusami, per la cultura multiforme, per l'educazione tangibile, per il senso civico concreto, per l'ecologia consapevole, per le città ordinate,per il rispetto delle tradizioni, per la cucina essenziale, per la lingua dotta, per il rispetto dei diritti dei deboli. Valori messi al vertice di una scala che, sommati insieme, aiutano a capire quei popoli. Valori che ritrovo nei gradini bassi della stessa scala in Italia, Paese nel quale fatico a riconoscermi ogni giorno di più.

Mi sono così "ritrovato", in una "lingua" che, se parlata al di fuori e al di sopra degli stereotipi, ha una normale musicalità e, se ascoltata nel fluido dialogare di ogni giorno, propone un popolo, amico e fratello, che ha condiviso con noi storia, cultura e religione.

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER E RIMANI AGGIORNATO!