Premio "Città di Verona"

Premio fotografico Città di Verona

Ubiquità: dono, qualità, potere, sensazione di essere contemporaneamente in più luoghi, fisicamente, mentalmente, tecnologicamente.

Lo studente di Summonte, che da Verona, col suo telefonino comunica alla fidanzata il favorevole risultato del recente esame, è presente a 700 km di distanza.
Ruth, è presente in Sierra Leone quando sua madre, che da due anni non la vede, ora si dilunga al cellulare con lei.

Tu eri presente a casa mia, amico di Lanzarote, a conversare sugli argomenti, da un anno interrotti, quando mi hai telefonato con skype. Essere dove ti stanno ascoltando. Ubiquità. Questo mi è capitato di pensare, caro Giancarlo, nell'ultima tua telefonata, benefica perché da tempo attesa, stimolante perché comunicava novità.

Mi sono rivisto in anni precedenti, quando chiacchieravamo tu, Vanni ed io, attendendo i risultati dei concorsi fotografici ai quali partecipavamo: ammesso… non ammesso… segnalato… premiato. Che se per me costituiva novità, per te assumeva significato di conferma, di riconoscimento, di incoronamento. Ora mi vieni a dire che hai vinto "il miglior autore" ad uno dei più prestigiosi concorsi italiani di fotografia: il "Premio Verona 2006". Non mi sorprendi! Da sopra la scala, sulla quale ti eri collocato, non sei mai sceso anche se, appollaiato là, nessuno ti aveva visto più, da tempo. Da quel nido, da quel punto di osservazione hai sempre ammirato, scoperto ed elaborato il mondo, vivendone una parte in modo personale apparentemente egoistico, ma sicuro che sarebbe servito a tutti. "La cultura è un regalo a tutti". Dalla cima di quella scala non sei mai sceso ed ora molti faticheranno ancora di più per salire e raggiungerti. Quando saranno arrivati, non ti troveranno, sarai ancora un gradino più sopra, più in là, in un altro luogo: irrangiungibile ed ubiquitario maestro. Onoratissimo, Giancarlo Molinari, di ospitarti su questo sito.

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