Via francigena a tappe in bicicletta - seconda parte

da pavia a siena (seconda parte)

Il Duomo che da il nome alla piazza,mostra il bel campanile coronato da cuspide e pinnacoli. Al suo fianco si erge il Battistero, a base ottagonale con paramenti in marmo rosa di Verona.

Pavia – Piacenza km. 98

Fuori Pavia il percorso Francigeno si inoltra in strette strade provinciali e piste sterrate. Oltrepasso Belgioioso con il suo bel castello, sosto per il pranzo all'ombra di un altro castello il Cusani Visconti di Chignolo Po, supero il ponte della ferrovia di Lambrinia, seguo una strada sterrata sull'argine del fiume che conduce a Corte Sant'Andrea.

Un alto arco immette in una cortina di edifici rurali protetti dall'argine del Po. Una stele indica il guado di Sigerico che non riesco ad attraversare non avendo avuto l'accortezza di prenotare la barca. Raggiungo Piacenza sull'argine maestro sinistro. La visita della città inizia proprio da piazza Cavalli che prende il nome da due secentesche statue equestri di Francesco Mochi. Adiacente la piazza c'è il Gotico, un palazzo pubblico con una facciata abbellita da eleganti polifore e scandita da grandi archi in marmo rosa.

Il Duomo, uno dei più rilevanti esempi di architettura romanica dell'area padana, è stato costruito nel XII secolo con blocchi di marmo e di arenaria di Verona. Nel tardo pomeriggio, al n.71 di via Emilia Parmense, ritiro le chiavi di un restaurato ostello attiguo alla chiesa di San Pietro che dista un paio di chilometri dal centro città.

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Piacenza – Reggio Emilia Km. 100

Lungo il percorso odierno sulla Via Emilia ecco il duomo di Fidenza, dedicato a San Donnino, protettore dei pellegrini. Su di una semi-colonna l'apostolo Simone mantiene un cartiglio con scritto SIMON APOSTOLUS EUNDI ROMAN SANCTUS DEMONSTRAT HANC VIEM, indica cioè la strada per Roma.

Il pranzo lo faccio a Parma in piazza Garibaldi, antico foro del XIII secolo ora centro della vita civile della città. Il Duomo che da il nome alla piazza,mostra il bel campanile coronato da cuspide e pinnacoli. Al suo fianco si erge il Battistero, a base ottagonale con paramenti in marmo rosa di Verona. Sotto le alte arcate si aprono portali che rappresentano una complessa iconografia.

 

Parma – Berceto Km. 66

Una leggera pioggerella mi accompagna alle porte dell'Appennino. Fermo la due ruote a Fornovo per la visita del Duomo, pieve romanica del 854 ,ed i suoi particolari bassorilievi. Alla destra del portale centrale vi è una nicchia con una statua acefala raffigurante un pellegrino gravato da una gerla; alla destra della facciata centrale, una lastra in pietra rappresenta in modo vivace le pene dell'inferno.

Al centro c'è un demonio che si accanisce su un avaro pieno di borse, a sinistra un diavolo alato che caccia i lussuriosi nelle fauci di un mostro, e altri due demoni che attizzano il fuoco sotto una caldaia con cinque dannati. Provo a destreggiarmi in bici seguendo la traccia pedonale della Francigena, ma ci rinuncio per il fondo bagnato e troppi ripidi viottoli, per cui per non farmi male, torno sulla statale della Cisa ma anche qui la salita non perdona.

Una sosta per riprendermi a Bordone, sede di una pieve di costruzione longobarda che si staglia solitaria sull'Appennino, e la statale continua a salire attraversando paeselli fortunatamente con traffico quasi nullo. Molto affaticato raggiungo Berceto con il suo Duomo, rimasto nelle sue forme romaniche della ricostruzione dell'XI e del XII secolo. Dormo all'ostello del seminario, ancora solo.

 

Berceto – Avenza Km. 92

Quattro chilometri di salita e arrivo al passo della Cisa. Dentro la chiesetta di Nostra Signora della Guardia sono custoditi cimeli e trofei lasciati da campioni dello sport a ricordo dei successi conseguiti. Dietro la cappella un arco in legno indica l'ingresso in Toscana. Inizio una discesa molto rilassante, attraverso verdi boschi di conifere fino a Pontremoli.

L'abitato conserva la classica forma allungata dei borghi nati dal transito commerciale della Lunigiana. Nella chiesa di San Pietro si conserva un labirinto inciso nell'arenaria simbolo del pellegrinaggio verso la Terra Santa. A Villafranca pranzo al sacco sui gradini della chiesa di San Francesco, dove si conservano due grandi terrecotte policrome.

Mi ritempra una sosta ad Aulla per visitare l'abbazia di San Caprasio. Prima di raggiungere Avenza, faccio un'altra lunga sosta a Sarzana. All'epoca di Sigerico era solo un castello posto su un'altura dove sorge la fortezza Castrum Sarzanae. Ora è una ridente cittadina cinta da possenti mura e torrioni cinquecenteschi.

La via Francigena attraversa la scenografica piazza Matteotti e giunge in piazza Niccolò dove sorge la cattedrale del 1474. Peccato sia chiusa. Proseguo allora la visita nel settore nord dove sorge la cittadella, ora sede di mostre temporanee e di una annuale rassegna di antiquariato. Costeggiando l'antica Luni, sulla trafficata via consolare Aurelia, raggiungo Avenza. Oggi il vento contrario non mi ha dato tregua.

 

Avenza – Altopascio Km 90

Alla sinistra della mia direzione di marcia spiccano le Alpi Apuane. Il pregiato marmo che se ne ricava muove tutta l'economia locale. Michelangelo scelse proprio qui ad Avenza il blocco di marmo da dove scopì la sua Pietà. Dedico la mattinata a visitare il Duomo, rivestito di un paramento marmoreo a fasce bianche e grigie, caso unico al mondo costruito interamente in marmo. Dopo Massa, la stretta strada provinciale inizia a salire, una breve sosta nella vivace piazza del duomo di Pietrasanta e continuo a salire fino a raggiungere Montemagno.

Alle mie spalle si apre una magnifica vista sulla Versiglia. Salendo e scendendo per folte aree boschive arrivo a Lucca, la città delle cento chiese, circondata da possenti mura e relativi bastioni. Stupisce sempre la visita di questa città che termina con il giro completo delle mura. Mi attende Altopascio.

Nel nucleo storico del paese si erge l'antica chiesa con una possente torre campanaria la cui campana verso l'imbrunire sempre faceva sentire i suoi profondi rintocchi ai viandanti attardati lungo la via. Pernotto all'ostello comunale dove incontro, per la prima volta, altri pellegrini in viaggio verso Roma. Riposando dimentico anche il vento contrario che mi ha ostacolato fino a questa meta.

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Altopascio – Siena Km 102

La tosta scalata verso l'antica Fucecchio non si dimentica. Percorro successivamente la Cassia e raggiungo Certaldo. Il centro arroccato su uno sperone, si raggiunge facilmente con una funicolare ( non ne ho avuto proprio voglia di arrivare fin lassù in bici ). Il centro, insignito della bandiera arancione del T.C.I. , è caratterizzato dal caldo colore rosso e ocra dei mattoni dei suoi palazzi più significativi.

Sul punto più alto del colle, alla fine di via Boccaccio, si trova il palazzo pretorio; un'edificio del XII secolo decorato da numerosi stemmi araldici in pietra e terracotta. Il suo cittadino più illustre è Giovanni Boccaccio e scriveva così nel suo Decamerone: “Certaldo è un castello posto nel nostro contado il quale quantunque picciol sia, già di nobili uomini ed agiati fu abitato”.

Sopra un colle poco distante dalla Cassia raggiungo Monteriggioni, anche questa città è bandiera arancione. L'antico tracciato francigeno attraversa questa fortezza medievale, una delle meglio conservate in Toscana. L'abitato è circondato da una cinta di mura irregolare che segue l'andamento del terreno e il perimetro è rafforzato da quattordici torri quadrate.

Proseguendo sulla trafficata Cassia, raggiungo Siena e prendo posto all'ostello di San Girolamo prenotato la sera precedente. Piazza del Campo è il cuore della città e salotto buono dei senesi. Due volte all'anno si corre il famoso e pericoloso Palio. La torre del Mangia, il palazzo pubblico e la Fonte Gaia rendono armonica questa famosa piazza. Ceno e mi ritiro nella cameretta allestita per me in un magazzino di vestiti. Sono stanchissimo e neppure fantasmi nascosti dentro quei vestiti avrebbero potuto svegliarmi.   (Fine seconda parte, testo e immagini di Ubaldo Bagnaresi)

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