Via Francigena a tappe in bicicletta - terza parte

Da Siena a Roma (terza parte)

Roma, la città più bella del mondo, non finisce mai di stupire con la sua eleganza architettonica di ogni epoca. Non mi stupiscono i chilometri percorsi per visitarla: ben 75. Il giornale che leggo in treno al mio rientro, è solo un pretesto per calmare la mente pervasa di mille ricordi, di mille visioni, di mille chilometri.

Siena – Radicofani Km 77

E' domenica mattina presto e la città si presenta vuota. Da Via dei Pellegrini salgo per una quattrocentesca scalinata ed arrivo in piazza Duomo. Lascio la città e pedalo lungo la Val d'Arbia. Dolce il suo continuo saliscendi fino al borgo fortificato di Buonconvento. Seguendo la statale Cassia entro in val d' Orcia. Una ripida salita mi porta a visitare il paese medievale di San Quirico. Proseguo per le dolci colline punteggiate dalle nere e filiformi sagome dei cipressi fino a Bagni Vignoni, un piccolo paese sulle propaggini del monte Amiata. L'antica vasca, che occupa tutta la piazza medievale, raccoglie le acque termali già note in epoca romana. Un bagno è un desiderio che resta proibito purtroppo. Le crete senesi vanno via via scemando lasciando posto ad un paesaggio più vario e movimentato. La controprova è la salita per Radicofani, uno sperduto paesino edificato su una rupe di basalto a 814 metri s.l.m. Sulla piazza centrale, anche questa insignita bandiera arancione T.C.I., si affaccia la chiesa romanica di S. Pietro che conserva al suo interno una preziosa terracotta del Crocefisso con la Maddalena e una fedele riproduzione della Sacra Sindone. La solitudine in questa terra di pellegrini si fa sentire anche questa sera. All'ostello nessuna traccia di viandanti ospiti.

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Radicofani – Viterbo Km 83

Una decina di chilometri sono sufficienti per entrare Lazio e raggiungo Acquapendente. Alla fine del paese si trova la cattedrale di fondazione romanica con una cripta tra le più importanti d'Italia. Ventiquattro colonne sovrastate da decorati capitelli dividono la cripta in nove navate e al centro una scaletta porta alla copia del sacello delle reliquie del santo Sepolcro. Superata un'altura vulcanica che circonda l'antico cratere occupato ora dal lago di Bolsena, raggiungo l' omonima città. Oltre il centro città proseguo in salita per Montefiascone. La Rocca dei Papi (così chiamata perchè venne utilizzata dai pontefici fino al '500), la cattedrale di Santa Margherita (sormontata da un cupolone terzo per diametro in Italia dopo quello di San Pietro a Roma e della fiorentina Santa Maria del Fiore Novella), la basilica di San Flaviano, (dove i Papi si affacciavano per benedire i pellegrini lungo il Cammino di Sigerico), è rivolta verso il tracciato della Via Francigena. Qui riposa un nobile tedesco, Giovanni Fugger, legato alla storia del vino di Montefiascone. Si narra che durante il suo pellegrinaggio verso Roma si facesse precedere da un servo che aveva il compito di segnalargli dove si trovasse buon vino scrivendo sulla porta “est “ (dal latino c'è ). Assaggiato quello di Montefiascone ritenne di triplicare l'affermazione est est est per sottolineare la bontà di questo vino. Il nobile ne bevve talmente tanto che alla fine morì. Arrivo a Viterbo presto nel pomeriggio. Prendo posto all'ostello dell'università rumena e dedico le ore restanti fino a sera alla visita della città. Seguendo via S. Lorenzo si incontra la cattedrale in parte oscurata dalla bellezza del palazzo dei Papi. Un edificio di forme gotiche fatto erigere nel 1250 circa come residenza dei papi. Sopra l'ampia scalinata si innalza la splendida facciata aperta da bifore e coronata di merli, ora sede di un museo. La via S. Pellegrino è l'arteria principale del quartiere medievale, un dedalo di strette viuzze e scalinate su cui si affacciano torri e cinquecenteschi palazzi. In ostello trovo la compagnia di una datata signora francese.

Viterbo – La Storta (Roma ) Km. 74

Dedico alcune ore di relax nelle calde vasche termali del Bullicame e proseguo in direzione Roma sulla Cassia. Pessima scelta! Lo stretto nastro d'asfalto con traffico pesante segue l'andamento dei monti Cimini. Salite con altrettante discese, prima Vetralla poi Sutri. Questo ultimo piccolo borgo vanta numerose strutture medievali, tra cui il duomo dell'Assunta. La piazza principale è ingentilita da una fontana e dal palazzo comunale, mentre un grande volto, d'epoca etrusca, immette in via Roma. Fiancheggio il parco urbano che tutela e valorizza una collina tufacea ricca di insediamenti rupestri dove fa bella mostra di sé l'eccezionale anfiteatro del I sec. A.C. scavato quasi completamente nella roccia. Subito dopo Monterosi, il nastro d'asfalto diventa superstrada, ....azzarola, fortunatamente fra la corsia di marcia ed il gard-rail c'è spazio sufficiente ospitare la mia bicicletta con le borse posteriori. Arriva, invocata, la meta della giornata.

La Storta – Roma Città Km. 35

Destreggiandomi nel traffico pauroso della Cassia prima, e di Via Trionfale dopo, arrivo a Monte Mario, un colle di Roma dove il panorama che si ammira dalla zona dell'osservatorio è verosimilmente identico a quello dei viandanti del medioevo. Sulle pendici di questo colle si trovano alcune ville di grande fascino. Scendendo per un ripido acciottolato pieno di tornanti torno su Via Trionfale e, seguendo le indicazioni, arrivo in piazza San Pietro. Oggi c'è l'udienza generale del Papa e l'area è gremita di folla. Incateno la bici al chiosco dell'ufficio informazioni adiacente le mura vaticane e provo ad entrare senza avere fatto la prenotazione. Mi è andata bene, c'è talmente tanta gente in fila al controllo dei metal detector che gli organi di controllo velocizzano gli ingressi senza chiedere alcun riscontro. Terminata la toccante udienza, in attesa dell'ingresso in San Pietro, mi occupo di calmare i richiami della fame in un ristorantino iraniano. con abbuffata a prezzo fisso. L' Opera Romana Pellegrinaggi, sito in una ala della piazza, è l'ufficio incaricato a consegndel pellegrino. Lo ritiro consapevolevole di averlo meritato. La sera, nell'ostello del Testaccio, grande festa per tutti gli ospiti della struttura. Diciotto ospiti da ogni parte del mondo brindano felici il termine del viaggio. Il mio, che nell'intenzione sarebbe dovuto continuare fino a Brindisi, si interrompe dopo la consapevole rinuncia legata alla accettazione di collaborare in ostello per aiutare Matteo e Luigi, i due amici hospitaleri.

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Per due giornate intere visito Roma, la città più bella del mondo. Non finisce mai di stupire con la sua eleganza architettonica di ogni epoca. Mi stupiscono anche i chilometri percorsi per visitarla: ben 75. Rientro a casa in treno e il giornale che ho acquistato è solo un pretesto per calmare la mente pervasa di mille ricordi, di mille visioni, di mille chilometri. (testi e foto di Ubaldo Bagnaresi)

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