Via Vandelli, da Modena a Massa, cicloturismo quasi per tutti

Un percorso emozionante che, partendo dalle pianure modenesi, attraversa l’Appennino e la Garfagnana, supera le selvagge Alpi Apuane ed arriva al mare. Un crescendo dal cicloturismo al cicloalpinismo che si conclude con un tuffo in mare!

 

 

  Sfogliando i consigli per viaggi ed itinerari fuori porta sulla Stampa di Torino, troviamo un itinerario che ci incuriosisce e che poteva essere percorso in toto con i mezzi pubblici. Questo viaggio parte da Modena, per la precisione dal Palazzo Ducale, arriva al Palazzo Ducale di Massa percorre la prima “autostrada” per carrozze, costruita nella prima metà del 1700, all’interno del territorio del Granducato di Modena e del Granducato di Massa. Una vera e propria strada con tutti i comfort dell’epoca: aree per la sosta e il riposo dei cavalli e delle persone, con alloggio, pendenza regolare, nonostante il passo Tambura che raggiunge i 1600 metri di altezza sui ripidi versanti delle Alpi Apuane.

 

1 cartello Via Vandelli e logo ViVa ciaobici

Storia della via Vandelli

La Via Vandelli prende il nome dall’Abate Domenico Vandelli (1691-1754), uomo dai molteplici talenti (come tanti personaggi dei tempi passati) che fu anche l’inventore delle isoipse, ovvero le curve di livello delle mappe topografiche! Le isoipse hanno consentito all’abate di realizzare un tracciato percorribile con i mezzi dell’epoca e con pendenze costanti. La Via Vandelli è dunque la prima grande via di comunicazione dell’era moderna, nonché la prima grande strada dopo l’epoca romana, che unisce la pianura padana al Mar Tirreno. La strada lastricata è stata progettata e costruita nella prima metà del 1700 per volere del Duca d’Este, in seguito a un matrimonio combinato tra i due rampolli dei rispettivi ducati, per avere così uno sbocco sul mar Tirreno, per il commercio marittimo. Il tracciato doveva essere compreso tra i due granducati, separati dal muro delle Alpi Apuane, così l’abate è stato costretto a tracciare il percorso sui ripidi pendii del Monte Tambura, e oggi attraversa le cave del marmo più noto al mondo.

2 . Duomo di Modena giorno 1 patenza ciaobici MOD2

Noi abbiamo affrontato il percorso in Mountain Bike, partendo dal Piemonte, in treno verso Modena e suddividendolo in 3 tappe per poi rientrare a casa da Massa, sempre in treno. In totale abbiamo accumulato:

170 Km e circa 3800 metri di dislivello;

2 passi (il Passo Radici e il Passo Tambura) da scavalcare a 1600 metri di quota per superare gli appennini e le Alpi Apuane;

 3 Palazzo Ducale di Massa giorno 1 partenza ciaobici mod2

TAPPA 1: Modena/La Santona, Km 70, D+ 1100 metri, D- 0

La prima tappa è interamente in salita, da Modena a La Santona, passando attraverso Maranello, dove abbiamo visto lo stabilimento della Ferrari e poi Pavullo dove è d’obbligo una sosta presso il Palazzo ducale in cui oggi è ospitato il Municipio, approfittando del bel parco ombroso antistante. Dalla pianura abbiamo raggiunto l’appennino e ed è stata immensa la gioia nell’ammirare le prime vette ancora imbiancate a inizio giugno.

4 Giorno 2 Comune di San pellegrino in Alpe ciaobici mod2

TAPPA 2: la Santona/Vagli di Sotto, Km 65, D+ 1000, D- 1600

Il secondo giorno la strada supera il passo Radici e raggiunge San Pellegrino in Alpe, il paese più elevato dell’appennino a oltre 1500 metri di altitudine, poi scende con ripidi tornanti verso Castelnuovo di Garfagnana dove l’itinerario ci ha portato su un viadotto ferroviario (il ponte della Villetta) con passaggio pedonale e ciclabile accanto ai binari, uno dei luoghi più fotografati della via Vandelli. La seconda tappa si conclude a Vagli di sotto, in Toscana, dopo aver ammirato il lago omonimo. Le prime due tappe le abbiamo percorse su asfalto, ma è possibile ripercorrere il tracciato originale quasi interamente su tratturi e strade bianche.

5 Giorno 2 Viadotto Ferroviazrio ciclo pedonale ciaobici mod2

TAPPA 3: Vagli di Sotto/Massa, piazza Aranci, Km 35, D+ 1000, D- 1500

Il terzo giorno, con il superamento delle Alpi Apuane, è stato il più interessante dal punto di vista paesaggistico e dell’impegno fisico.  Partiamo da Vagli di Sotto, attraversiamo il bel borgo di Vagli di Sopra e poi abbandoniamo le aree abitate per proseguire verso le cave di marmo che si incontrano, su strada bianca.

9 Cava di marmo sopra Vagli giorno 3 ciaobici mod2 Al termine delle cave, la strada diventa il selciato originale dell’epoca e sale fino al passo Tambura. Per raggiungerlo è necessario spingere la bici per circa un’ora. Raggiunto il passo lo sguardo resta ammaliato dalla vista sul mare Tirreno e sulla Versilia.  Poco sotto il passo è possibile fare una sosta e rifocillarsi presso il rifugio gestito da alcuni giovani del CAI di Massa, Nello Conti.

8 Giorno 3 Antica locanda o area di sosta lungo la Via vandelli sopra Vagli di sopra ciaobici mod2Il rifugio è costruito nei pressi della finestra Vandelli, una piazzola di sosta per le carrozze realizzata con l’ausilio di esplosivo dallo stesso Vandelli nella zona detta “dei Campaniletti”. Da qui fino a Resceto si possono ancora ammirare le ciclopiche opere originarie della via: un turbinio di tornanti esposti che si reggono su massicci muri a secco, ultimi testimoni dell’opera che resiste al tempo e all’usura.

12 Rufugio CAi nello Conti ai Campaniletti giorno 3 pausa pranzo ciaobici mod2

L’ultimo tratto, da Resceto al Palazzo ducale in Piazza Aranci a Massa, scende veloce su asfalto, costeggiando le acque trasparenti del fiume Frigido. Volendo, anche questo tratto di asfalto può essere evitato percorrendo mulattiere. Infine, si può continuare la discesa ancora per 5 km e raggiungere le spiagge di Marina di Massa girandosi a guardare il passo Tambura dietro le spalle.

10 Vista dal passo Tambura giorno 3 ciaobici mod2

13 curve in discesa della Via Vandelli verso Resceto Massa giorno 3 ciaobici

15 Marina di Massa il mare giorno 3 ciaobici mod2

Immagine cartina itinerario mod2

Testi e foto di Marco Giordanino (CAI Pianezza) e Emanuela Rosio (CAI Alba)

Riferimenti bibliografici: Giulio Ferrari, Guida alla via Vandelli – Terre di Mezzo Editore,  gennaio 2021

info:www.viavandelli.com

 

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Fernando Da Re

Un cuore, due gambe e una bicicletta. In testa sempre la fresca vivacità di raccontare. Il risultato lo ritroviamo in questo sito da lui creato e portato avanti con l’entusiasmo e l’impeto dell’atleta che cerca risultati.


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