Goteborg, partenza per un viaggio in bicicletta

Cicloturismo in Danimarca - partiamo da Goteborg (Svezia)

In Svezia, per la prima volta e con la bicicletta! All'esterno del modesto aeroporto di Goteborg City, ricomporre la bicicletta, spedita in scatola, fu come mettere insieme le facili costruzioni della Lego. Mentre i tasselli andavano al loro posto, i tassisti e le poche persone presenti, degnarono di pochi sguardi, senza sorprendersi, i quattro cicloturisti chinati a giocare con la ricomposizione delle loro biciclette.

L'ultimo tocco fu un simbolico segno di nazionalità (una sciarpa tricolore) allacciata sul retro del portapacchi. I 15 chilometri, che separavano l'aeroporto dalla città furono percorsi in breve tempo, con leggero vento in poppa, poco traffico e qualche allegra canzone, che prima di arrivare alla voce fu sollecitata dal cuore. L'euforia era palpabile e il paesaggio e il clima invitavano a felici considerazioni sul territorio, verde ondulato e lavorato con attenzione, sulla luce solare delle ore 18,00 luminosa e pulita, sull'aria pura e fresca che accarezzava i visi. “Goteborg può essere considerato punto di partenza per il grande Nord” commentò qualcuno, e il gruppo già spingeva i sogni su future imprese. “Benvenuti a Gothenburg”, recitava il cartello stradale. Entrammo in questa città lungo la ciclabile che penetrava nel suo cuore.

La seguimmo fino al porto, attraversando alcune arterie principali. Comprendemmo da subito che la città sarebbe stata facile da scoprire grazie alle sue numerose piste ciclabili e al traffico moderato, rispettoso per ogni pedone e ciclista. Pernottammo nella prima periferia sud di fronte al Liseberg, il grande parco divertimenti. All'indomani la cordialità della gente, con l'uso corrente dell'idioma inglese, resero superabile da subito ogni difficoltà per moneta, lingua e informazioni generali. Più lento fu l'approccio con i nomi delle vie pronunciabili con difficoltà. Utilizzammo il tempo che precedeva la partenza del traghetto per la Danimarca, per la visita alla città. Il porto mostrava una rilassata vitalità e un caleidoscopio di colori si riflettevano sull'acqua spesso immobile.

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Lo sguardo perforava fitte linee di imbarcazioni e si fermava su strutture antiche e moderne. Panchine e fiori arricchivano un selciato antico di pietra e il palazzo dell'Opera proiettava la sua coraggiosa linea moderna. Non la sola in verità. Tutta l'area circostante era frutto di modernità di progettazione con strade e rotonde, con passaggi pedonali sopraelevati, con giardini e monumenti, con palazzi e ciclabili in condivisione affettuoso dello spazio “leggero e colorato”. Ancorata presso il suo terminal la nave traghetto della compagnia Stena Line attirava spesso la nostra attenzione.

Ma non era ancora l'ora di salirvi. Avemmo il tempo per un gita, in bicicletta s'intende, lungo i canali, sulla collina della chiesa di san Paolo, la visita di una galleria d'arte, al passaggio entro il vecchio quartiere Haga, una sosta al mercato del pesce, dove su panche all'esterno, non potemmo rinunciare a mangiare pesce scelto e cotto all'istante. Di fronte, i bianchi palazzi riflettevano tremolanti riflessi sul canale, mentre le belle svedesi, in pausa pranzo, si lasciavano accarezzare viso e membra dal tenue sole primaverile. Con l'imbarco sul traghetto oltre alle biciclette salì a bordo anche la gioia di una giornata trascorsa in Svezia portando “i lor cuori esuli a conforto”.

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