Valle d'Aosta, itinerario nella natura

In bici tra storia miti e leggende

Quando decide di partire, la sua, è una fuga solitaria. Cerca le montagne, forti e solitarie come lei. Questa volta Beatrice Virga ha sorpreso tutti nelle valli della Valle d'Aosta, e ci racconta gli incontri e i castelli. “Non fidatevi di quello che si dice in giro sulla freddezza dei valdostani: roba vecchia che non tiene conto del recente riscaldamento del pianeta!”

8 giugno 2013 Chivasso - Bard 74 km

aosta castello fenis

Non illudetevi di recuperare il sonno sul treno Verona-Milano delle 6.40 quando a bordo viaggia il giustiziere delle Ferrovie Italia: un tipo piccoletto dall’accento pugliese che dà multe a tutti, ma non è cattivo, semplicemente giusto. Al primo passaggio ha avvisato una ragazza straniera chiedendole gentilmente di togliere le scarpe dalla poltrona di fronte, al secondo passaggio: sanzionata.

A Peschiera parecchi ragazzi molto abbronzati sono scesi; qualcuno si è nascosto in bagno, ma lui, il giusto, ha ripulito il mezzo. Bravo! A Milano salgo su un treno davvero bello, una cartolina viaggiante (rivestito con le immagini del Piemonte). Lo scompartimento bici era senza gradini e/o ostacoli da superare o attraversare.

A Chivasso ho cominciato la ricerca della ciclabile descritta in internet. Alcuni tratti finivano nel nulla, altri erano senza indicazioni; insomma una perdita di tempo che finì per farmi preferire la statale. Attraverso il paese di Caluso, famoso per il buon vino, mi fermo a mangiare con vista lago di Candia, poi proseguo verso Ivrea. All’improvviso, dopo una curva, rimango sorpresa dai primi due giganti montuosi che mi si presentano davanti. Passo da Pont-Saint-Martin per un’occhiata veloce al Ponte del Diavolo che attraversa il torrente Lys.

Questo è legato alla leggenda di San Martino che, di passaggio durante un pellegrinaggio, fece un patto con il diavolo: costui si impegnò a costruire in una sola notte un ponte, in cambio dell’anima del primo essere vivente che ci sarebbe passato sopra. Il giorno successivo il santo liberò sul nuovo ponte un cagnolino, che venne sull'istante ucciso. In compenso, si dice, il diavolo lasciò in pace gli abitanti per sempre.  Finalmente raggiungo la meta odierna prevista, il borgo di Bard, sovrastato dal celebre forte eretto come castello nell’XI secolo.

Questo fu trasformato in fortezza nel 1242 dopo la conquista di Amedeo IV di Savoia, demolito nel 1800 dalle truppe di Napoleone, fu poi ricostruito tra il 1830/38. La visita dura circa 4 ore tra l’imperdibile museo delle Alpi, il Museo del Forte, il Museo delle Frontiere e le prigioni. Dai suoi 384 metri di altezza si può ammirare il panorama sulla Dora Baltea e osservare i tetti valdostani a lose che brillano di riflessi argentati. Ho pernottato in un comodo B&B da 35,00€ in pieno centro a Bard ed ho incontrato i pellegrini che stavano percorrendo a piedi la Via Francigena.

 

9 Giugno Bard – Châtillon 42 Km.

Aosta Pont sant martin

Prima parte della tappa di oggi: Castello di Issogne con visita guidata (con soli 5,00€ ti tolgono qualsiasi curiosità) molto interessante per gli ambienti interni con affreschi raffiguranti paesaggi, scene di caccia e di vita quotidiana. Per la seconda parte della tappa dovevo semplicemente raggiungere Châtillon ma improvvisamente sulla strada mi apparve un cartello: “strada chiusa per frana - proseguire su A5”.

Le soluzioni possibili erano: tornare indietro e prendere il treno o fare il giro dalla strada dei colli “lunga e tutta in salita” come mi informano. Carica di ottimismo, sottovaluto le nuvole nere minacciose, ma ecco che comincia a piovigginare. L’indicazione per Saint Vincent non c’è più, non passa anima viva e ricordandomi “è lunga” continuo a salire esageratamente fino a Emarese, 1135 m., dove il temporale scatena una pioggia corposa e continua.

Mi riparo sotto un balcone e dopo mezz'ora di tormento, un signore anziano mi invita ad entrare in casa. Rifiuto e dopo un’altra mezz'ora di continuo diluvio esce di nuovo ed insiste. Decido di entrare. Mi accende la stufa per asciugare l’impermeabile, mi offre vino, banana, yogurt.

Prepara anche un piatto di pasta,ma io rifiuto, tutto condito con la storia di una parte della sua vita quando viaggiava come cuoco a bordo delle navi Costa Crociere. Non sembrava tanto felice di vivere lì. Franco di Venezia era rassegnato e aveva già perdonato le colpe a cui attribuiva il suo malessere. Peccato che fumasse una sigaretta dopo l'altra e tra il freddo della discesa in cui mi ero trovata ed il fumo in cui mi trovavo, preferivo la prima situazione.

Da questo punto però avevo la certezza del percorso: dovevo tornare indietro, tutta discesa fino a St.Vincent. Da qui, arrivare al B&B Le Lierre di Châtillon, è stato facile. Fortuna volle che i proprietari fossero abituati ad accogliere i pellegrini in tutte le condizioni quindi non hanno fatto nessuna storia sulla mia condizione di “ fradicia”. Piovve per tutta la sera, l’ombrello preso a prestito, mi permise di fare un giro a piedi per il paese.

 

10 Giugno Châtillon - Villeneuve 50 Km.

Aosta BeB le lierreColazione da favola: in questa bella villa in collina avevo davanti ai miei occhi un panorama delle montagne che osservavo attraverso le luminose vetrate e un tavolone imbandito di ogni meraviglia regionale. La meta di questa giornata era Villeneuve dove, data la posizione centrale, intendevo rimanere qualche giorno per spostarmi sulle varie vallate.

Lungo la strada mi attira di visitare il castello di Fénis (visita guidata 5,00€, esteticamente molto più bello del primo, un insieme di torri quadrate e rotonde circondate da una cinta muraria merlata) ed il Museo dell’Artigianato Valdostano (3,00€). Da questa posizione, vicino al cimitero, parte una ciclabile che arriva a Gressan. Come spesso accade in Italia, la ciclabile bisogna andarsela a cercare: giuro che quando sarò in pensione andrò in giro per città e villaggi a mettere segnalazioni direzionali per ciclisti, ovunque, per indicare la direzione dalle statali ai paesi.

Dopo Aosta un ciclista mi fa compagnia fino a Villeneuve e mi frastorna consigliandomi vallate e salite. Mi rendo conto che sono veramente tante. L’Hotel des Roses, che raggiungo verso sera, è perfetto per la mia permanenza di più giorni. Ha pure una terrazza dove stendere il bucato. Esco a piedi per conoscere il paese e mi accorgo che qui c’è la possibilità di praticare parecchi sport: rafting, arrampicata, atletica, nuoto, trekking. Lungo il fiume c’è un fresco e pulito sentiero della salute.

Rimango affascinata da una salita, un sentiero scavato nella roccia detto “la rampa” e decido di percorrerlo: porta alla chiesa romanica di Santa Maria ed al cimitero comunale. Proseguendo sempre lungo il suo percorso, il sentiero conduce alla statua della Madonna degli alpini e a Châtel Argent, un castello diroccato. Di sera rimango piacevolmente sorpresa dalla visita dei genitori di un mio amico, che abitano nelle vicinanze.

 

11 Giugno Villeneuve – Passo S. Bernardo 94 Km.

aosta la tuille2

In questo hotel la colazione è perfetta: succhi di frutta, crostata e cornetti caldi, perfino la frutta fresca! Trascorro una giornata fantastica ma tutta con vento contrario al punto di avere la continua sensazione di avere la ruota posteriore bucata. Lungo la strada statale si incontrano delle gallerie, ma quasi tutte evitabili percorrendo la strada adiacente.

Improvvisamente appare Sua Maestà il Monte Bianco, purtroppo coperto dalle nuvole.Il paese di La Thuile, rinomata località turistica, sembra già preparato al mio arrivo: bandiere sventolanti, turisti sorridenti e bambini festosi. In cima al Piccolo S. Bernardo,2.188 m., c’è tanta neve, il passo è stato aperto il giorno precedente.

Perfino il barista si scusa per la scarsa varietà di birre a disposizione. Purtroppo il Gran S. Bernardo non è ancora praticabile. Qui è un viavai di ciclisti e motociclisti, parecchi francesi con roulotte al seguito. Il desiderio di proseguire scendendo dal lato francese viene quietato dal profumino della cena che sta preparando la Signora Germana e dallo stappo dell’ottimo vino rosso del Sig. Gaudenzio, (genitori del mio amico che abitano lì vicino) che riesco percepirne l'aroma fin quassù…

Mi conviene tornare. Infatti, ceno in compagnia deliziosa di viaggiatori con i quali la noia non potrà mai sopraggiungere. La sera, nel riaccompagnarmi, il signor G. mi consiglia l’itinerario per il giorno successivo: la Strada dei Salassi e mi mostra perfino da dove partire.

 

12 Giugno Villeneuve – Strada dei Salassi 57 Km.

aosta valle salassi

I Salassi era una popolazione di origine celto-ligure di cercatori d’oro. Trovandosi in una posizione privilegiata di passaggio, poteva controllare facilmente i viandanti e se ne approfittava facendo pagare loro un pedaggio. Questa strada poco trafficata, è ideale per il ciclisti e cicloturisti che possono godersi il panorama delle montagne mentre pedalano in salita.

Ci sono dei turisti che passano il tempo semplicemente seduti sulla panchina ad ammirare lo scenario. Seguo il consiglio di un MTB-biker per la deviazione verso Vétan posta a 1671 m. Lungo questo tragitto si respira un forte profumo di alberi appena potati e osservo con grande passione i numerosi cavalli che corrono su quei prati con lo sfondo delle montagne ancora innevate.

In discesa verso Aosta la strada è interrotta per frana. E' una fortuna per me incontrare gli stessi operai che avevo incontrato al bar e mi lasciano passare. Nel pomeriggio i coniugi G&G Germana e Gaudenzio, si offrono come guide per la città di Aosta, ma il caldo opprimente non ci ha fatto apprezzare la visita e non vedevamo l’ora di tornare nella fresca Villeneuve. Siamo riusciti comunque a visitare i monumenti più importanti della città.

 

13 Giugno Villeneuve – Val di Cogne 76 km.

aosta arcobaleno

Ho la fortuna di fare colazione in compagnia di 2 ragazzi israeliani che stavolta hanno tradito la bicicletta affittando una macchina per girare la Val d’Aosta. Mi raccontano del loro tour in bicicletta a Riva del Garda e della differenza riscontrata tra la sicura e organizzata ciclabilità del Trentino e quella riscontrata nel resto d’Italia.

Anche loro oggi sono diretti in Val di Cogne, e più tardi li ritrovo che mi salutano in galleria. Sto pedalando al fresco, tra cascate e panorami con pittoresche cime e grandi ghiacciai. Per un luogo del genere non potevano trovare nome più appropriato, Parco del Gran Paradiso. Il comune di Cogne offre numerose escursioni e proseguendo si raggiunge Lillaz dove, seguendo un sentiero, si possono ammirare le cascate a tre livelli del torrente Urtier. Per terminare il giro, vale la pena salire fino a Gimillan a quota 1787 m. per vedere Cogne dall’alto.

 

14 Giugno Villeneuve – Châtillon 51 Km.

Oggi purtroppo lascio Villeneuve. Mi mancheranno i suoi silenzi, la fresca e fragorosa Dora Baltea e tutto il bello che mi ha sorpreso in questi giorni. Il signor Gaudenzio, ancora una volta, mi dà le esatte coordinate per beccare subito la ciclabile.  Arrivata a Châtillon lascio la bici in uno squallidissimo albergo e vado a visitare Saint Vincent. Rimango molto delusa nel constatare che oltre al centro idrotermale e al Casinò non ci sia altro.

 

15 Giugno Châtillon – Val d’Ayas 87 Km.

aosta val dayas

Maledizione, stamattina c’è qualche nuvoletta grigia ma io DEVO assolutamente vedere la Val d’Ayas. Così mi avventuro e salgo sui 1640 m. del Colle di Joux (dove la giornata sembra migliorare) per poi scendere a valle ai piedi del Monte Rosa e visitare i paesi di Ayas e Antagnod famosi anche per i prodotti artigianali in legno.

Nella conca di Ayas ci sono 35 villaggi, pittoreschi e antichissimi, con le case nel tipico stile walser (base in muratura e parte superiore in tronchi, tetto ricoperto di lastre d’ardesia: i cosiddetti rascard). Ma presto si riaffacciano i nuvoloni grigi, la gente del posto mi consiglia, per evitare il temporale, di scendere a Verrès anziché ripassare dal colle che ho percorso in andata. Così completo il giro passando da Champoluc e poi giù in picchiata a prendere la statale per Châtillon.

aosta piccolo san bernardo

E' qui che salgo sul primo treno per tornare a Verona. Grazie alla piacevolissima compagnia di un cicloturista da Chivasso a Milano, non mi accorgo nemmeno di essere già arrivata. Ora sul treno per Verona passo il tempo pensando che questo viaggio non sarebbe riuscito così bene senza l’aiuto della famiglia G&G e figlio che prima della partenza mi ha dato preziosissimi consigli su cosa visitare e sull’itinerario da seguire. Non fidatevi di quello che si dice in giro sulla freddezza dei valdostani: roba vecchia che non tiene conto del recente riscaldamento del pianeta!

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