Verona - Budapest, diario di viaggio in bicicletta

600 km. in bici da Verona

"Con cuore felice metto questo albero sulle rive delle onde del Balaton, che avrà foglie al di là della mia vita provvisoria. Le sue radici entrano profonde nell'eterna e fiera terra magiara tormentata sempre nella storia. Ma ogni fronda dia un saluto a coloro che venendo qui amano la poesia, che fa nascere gentilezza e giustizia nell'uomo di ogni nazione" (S. Quasimodo)

Il programma era ambizioso: partire da Verona in bici e in 10 giorni transitare per 5 stati e 3 capitali europee. Con un po’ di fantasia e l’aiuto dei treni, l’abbiamo realizzato.

Sabato 10 Agosto: Verona – Maribor

ciaobici da verona a budapest 4

Il nostro viaggio ha inizio dalla stazione di Porta Nuova dove arriviamo con parecchio anticipo e qualche timore sull’organizzazione delle nostre ferrovie. Sotto lo sguardo un po’ seccato di un capotreno (ma proprio a me dovevano capitare?), sistemiamo alla meglio le bici addossate l’una all’altra perché non ci sono abbastanza ganci. A Trieste, in orario, soffia un po’ di Bora e qualche raffica ribalta le nostre bici mentre scattiamo qualche foto al porto. Ce la prendiamo comoda, anche se tra salite impreviste, traffico caotico e alcune incertezze di percorso, raggiungiamo Capo d’Istria appena in tempo per salire sul treno per Maribor. E sono solo 36 Km. Gli sloveni meritano i nostri complimenti: hanno adattato un ex vagone postale e ci assistono nel caricare e sistemare le bici. Durante il viaggio un gruppo di giovani, in uno scompartimento vicino, ci allietano con canti popolari e con le loro fisarmoniche. Giungiamo a Maribor che sono le 8 di sera. Pochi km e siamo al nostro albergo, in centro. La via prospiciente è piena di giovani intenti allo “spritz”. E’ in corso una festa di matrimonio con rinfresco e musica in strada, e balli in una sala interna. A fatica ci facciamo largo con le bici a mano. Ceniamo nel patio dell’albergo e poi, dopo una breve passeggiata lungo la Drava e un saluto alla “vite più vecchia del mondo”, ce ne andiamo a dormire, sfiniti dal viaggio, mentre i festeggiamenti continueranno fino a notte fonda disturbando non poco il nostro sonno.

Domenica 11 Agosto: Maribor- Lenti: km 98

Tappa subito lunga su percorso ondulato ma senza spunti interessanti: boschi, floride campagne, qualche pascolo. Rare contrade con povere case lungo strade contornate di prugni quasi maturi che addolciscono la fatica di affrontare qualche salita impegnativa. Sole a picco. Scarsa segnalazione stradale e, nel finale, per passare la frontiera tra Slovenia e Ungheria siamo costretti a un lungo giro su strada trafficata. Arriviamo a Lenti che è quasi sera, stremati dal caldo e dai km percorsi (98 ma percepiti circa 150). Un problema meccanico al mozzo centrale di una bici ha aumentato i tempi e le difficoltà di chi la usa. Lenti è una città termale ma non c’è tempo per una visita. Dopo una doccia rinfrescante, scegliamo il primo ristorante li vicino. Siamo fortunati: arrosticini di pesce e ottima birra ungherese spendendo veramente poco. Un simpatico turista americano, che deve aver girato il mondo, ci intrattiene con racconti e aneddoti sulle poltroncine esterne dell’albergo, non facendo caso a qualche palpebra che si abbassa inesorabilmente.

Lunedì 12 Agosto: Lenti- lago Balaton: Km 90

Campagne coltivate prevalentemente a mais, qualche piccolo paese dove il tempo sembra essersi fermato a cinquant’anni fa. Pedaliamo nell’Ungheria profonda che cambia aspetto solo quando ci avviciniamo al Balaton. In cerca di refrigerio, ci imbuchiamo in un locale dove, su rustici tavoli di legno, ci servono super-porzioni di fresca “Caesar salad” e grosse Radler. La birra qui, è noto, costa meno dell’acqua minerale. Non c’è ancora l’Euro ma il cambio è favorevole e, tutto sommato, si compra abbastanza bene. Prodotti locali sono oltre al famoso salame, anche la paprika e il goulash. Nel pomeriggio l’incontro con il “mare degli ungheresi” e con la ciclabile che lo circonda per quasi 200 km. Non resistiamo e vogliamo fare il bagno, anche se l’acqua, poco profonda, non è proprio limpida. I pantaloncini da bici sostituiscono il costume. Ci tuffiamo in acqua sotto gli sguardi perplessi e divertiti degli altri bagnanti. Io, nella foga, mi procuro un taglio a un piede inciampando in un sasso sott’acqua: mi tormenterà per qualche giorno. La sera, a cena, apprendiamo la notizia, trasmessa dai nostri figli a casa, di un ragazzo del nostro paese, irreperibile da qualche giorno: i parenti sono in pensiero. Anche noi ne siamo colpiti: lo conosciamo.

Martedì 13 Agosto: Balaton- Syofoc: km 67

ciaobici Monumento lungo il Danubio a budapest

Quasi tutto in ciclabile fiancheggiando coste erbose e affollate di vacanzieri. Un susseguirsi di casette, simili nello stile e dotate di giardino: probabili residenze estive per ungheresi benestanti. A mezzogiorno sosta pic-nic su un prato in riva al lago. Ci concediamo, con po’ di diffidenza (italiani siamo) un espresso al chiosco-bar. Con nostra sorpresa il caffè è buono e costa al cambio meno di un euro: mai visto fuori dall’Italia. Nel ripartire, una foratura ma, soprattutto Il problema meccanico alla bici del Bepo che si accentua: dovremo cercare un riparatore. Lo troviamo a Syofok, vicino a dove abbiamo prenotato. Un ragazzo molto disponibile, nonostante l’ora di chiusura, che ripara la bici in pochi minuti, anche se non durerà poi molto. La piazza principale di Syofok , che è anche la località più turistica del Balaton, merita una visita. Accanto ad alcune sculture, opera di un famoso artista locale, svetta una torre dalla strana forma di cisterna dell’acqua. Saliamo con gli ascensori per fare alcune foto. Una piattaforma girevole, posta sulla cima, fa godere di una vista a 360 gradi. All’ora di cena il cielo è coperto: pioverà di li a poco e si sfogherà nella notte: resterà il solo giorno di maltempo dell’intero viaggio.

Mercoledì 14 Agosto: Syofoc- Budapest.

Lasciamo la “Rimini degli ungheresi” in treno, di mattina presto, per avere più tempo da dedicare a Budapest. Dalla stazione centrale, iniziamo subito la visita della Capitale Magiara. Saliamo sulla collina “Buda” dove sorge il comprensorio del Castello Reale, con la Chiesa di S.Mattia e il Bastione dei Pescatori: un complesso in stile neoromanico eretto nel 1905, costituito da sette torrette, una duplice scalinata e balaustre. Una sorta di “belvedere” con magnifiche viste sul Danubio, il Parlamento, il ponte Elisabetta e quello delle Catene risalente al 1841, simbolo di Budapest. Oltre il Danubio, la parte di Pest dove prendiamo alloggio in una residenza studentesca, dall’aspetto un po’ dimesso, in ristrutturazione all’interno ma con appartamentini praticamente nuovi. Ottime scelte di hotel nella città di Budapest. Con le bici raggiungiamo l’isola Margherita formata dalla divisione del Danubio in centro: un magnifico esempio di parco cittadino, lungo qualche Km, vietato alle automobili e dotato di impianti sportivi, aree verdi e piste ciclabili. Nel pomeriggio dedichiamo una visita all’ “Imre Varga Collection” che espone diverse creazioni di questo artista 90enne che avevamo già apprezzato a Syofoc.

in colloborazione con Amici della Bicicletta di Verona  budapest1

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