Valpolicella III^ - percorso cicloturistico
Percorso cicloturistico in Valpolicella (terza parte)
Percorrere in bicicletta la Valpolicella senza sentire sulle gambe lo sforzo della salita, senza provare nei muscoli le armoniose colline e uniformare i forti battiti del cuore all’emozione con l’incontro di vigneti, di ulivi, di ciliegi allineati, è una sensazione incompleta.
Da San Pietro Incariano a Verona attraverso Negrar
Questo itinerario, pur con dura dolcezza, ci porterà a scoprire alcune caratteristiche peculiari della Valpolicella anche se non ancora nella sua completezza.marano-di-valpolicella-
Da San Pietro Incariano, lungo una breve via, (vedi primo itinerario) raggiungiamo la pieve di San Floriano (foto). Lasciandocela alle spalle, penetriamo in via Valle di Pruviviano nel comune di Marano.
Una visita merita, subito a sinistra corte Fasanara. Poco più avanti sempre sulla sinistra stupirà l’incontro delicato e semplice con la pieve San Marco Evangelista in loc. Pozzo (foto).
Ritornati sulla via principale, seguiamo a destra via Chiesa per arrivare al centro della frazione di Valgatara. Dopo la chiesa svoltiamo a destra per raggiungere loc. Sottovilla. Da qui, una non facilissima salita, per circa tre chilometri, non concede tregua. Andando per forza di cose adagio e alzandosi di qualche decina di metri, appare in tutta la sua armonia questa parte di Valpolicella con il monte Masua sulla destra e i monti di Fumane sulla sinistra. A ore undici, il santuario di Santa Maria di Valverde, svetta sulle pendici del monte Castellon e intorno ravvivano il paesaggio le abitazioni di Marano e di S. Rocco.
Vigneti, ulivi e grosse piante di ciliegi accompagnano, lungo la strada di poco traffico, e conducono alla forcella del colle Masua.
E’ obbligatoria la fermata, oltre che per prendere fiato, per ammirare le due valli sottostanti.
In discesa proseguiamo fino nel centro del paese di Negrar arrivando in breve alla sua piazza principale dove la chiesa (che ospita un buonissimo organo) e il cortile dell’antica pieve (sulla quale spicca il romanico campanile), ci accolgono per una consigliata breve visita.
Attraversato il ponticello, seguiamo il progno di Negrar in direzione nord fino ad incontrare loc. Poiega e Villa Rizzardi. Attraverso una breve, anche se dura salita, raggiungiamo Vigolo e scendiamo a Loc. Villa dove l’antico insediamento della villa romana è stato sostituito da più recenti complessi architettonici rurali e signorili. (Di interesse villa Quintarelli Ruffo, l’edicola sacra e gli antichi lavatoi).
Si ritorna nel centro di Negrar attraversando il progno e lungo via della Rimembranza che conduce fino al Municipio e alla piazza principale.
Di qui proseguendo in direzione Moron, si ha la possibilità di contemplare la vallata di Negrar verso est dove la montagna più elevata è il Monte Comun che raggiunge oltre i 700 metri e si mette in mostra la roccia bucata della “cengia sbusa”. Transitiamo, in un ambiente coltivato esclusivamente a vigneto, davanti ad alcune corti tipiche con portici e costruzioni ristrutturate e adibite a cantina.
Fermiamo la bicicletta e l’attenzione presso i lavatoi, in pietra della Lessinia, luogo ancora ben conservato nonostante la modernità che avanza dove sembrano riaffiorare, con gli zampilli d’acqua, anche i mille battiti sulla pietra consumata e liscia, dei bucati lavati a mano da massaie robuste d’altri tempi.
Poche centinaia di metri e la strada scende verso la provinciale raggiungendo San Vito che merita una sosta per il romanico campanile. Ci avviamo verso destra, lungo una parallela della sede stradale principale, in direzione sud per raggiungere uno sterrato tra filari di vigneti e poter osservare l’Arco di Giove (foto).
Usciamo nei pressi di Santa Maria di Negrar, superiamo l’incrocio regolato da impiantosemaforico, girando a destra in via Campostrini indi a sinistra in via Santa Sofia.
Oramai siamo sulla strada del ritorno in altra parte descritta. Merita attenzione l’attraversamento del ponte della ferrovia sul fiume Adige dal quale appare l’ansa e l’antico porto di Parona e, attraverso località Sorte e poi Chievo, raggiungere in 5 km la città attraverso la ciclabile Rubinelli lungo il Canale Camuzzoni, tratto internazionale della più nota ciclabile Via Claudia Augusta. Tot. Km. 30