Cicloturismo a Pesaro, cultura dell’ospitalità, presenza di antiche tradizioni

Fine stagione per la beach, non ancora per la bici. Molta gente nelle località turistiche di mare in questa prolungata estate 2022. Non ci sono più gli ombrelloni a favorire il riposo sotto il sole. Molte passeggiate lungo la battigia. Molte biciclette  sulle ciclabili, quelle vere di Pesaro.

 

Declamata come città della bicicletta, Pesaro in questo autunno 2022, ha regalato agli appassionati della due ruote giornate calde, luminose, piste ciclabili comode, lunghe e scorrevoli, itinerari facili e allettanti. Il cloturismo  nelle Marche dura tutto l’anno.

 Cicloturismo a Pesaro: un week-end non basta.

La città è servita da 92 km di piste ciclabili (dati 2022) e si fregia del titolo di “Città della bicicletta”. Titolo che mette in bella mostra nei cartelli all’ingresso della città ancor prima di “Città della Musica”.

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Hanno denominato BICIPOLITANA la rete che collega i diversi quartieri, tra loro e con le zone periferiche, il centro e con lo splendido lungomare, scenario impareggiabile sino a Fano. Larghe, comode, doppia corsia, levigate come biliardi, colorate e con precedenze assegnate, le piste ciclabili di Pesaro possono essere prese ad esempio da tanti altri comuni. Non solo il lungomare e le zone panoramiche sono favorite da ciclabili, ma anche la ZTL mostra il grande vantaggio di muoversi su due ruote.

Cicloturismo a Pesaro: un week-end non basta.

Buone biciclette a noleggio si trovano in città. Attilio e i suoi collaboratori di MTB Pesaro Tour, le preparano con cura,  assistono in caso di necessità. Come un amico ti accoglie, ti consiglia il meglio per le tue esigenze e per le escursioni che intendi effettuare.

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Quello che racconto in questa pagina parla di natura, di incontri, di storia: prodotti solitamente cercati dal cicloturista. Il cicloturismo non gratifica solo muscoli e salute, ma anche mente e cuore. Pesaro e il suo entroterra propongono una straordinaria varietà di ambienti naturali ed antropici di grande fascino attraverso morbide e verdi colline e sono particolarmente adatti al cicloturismo. Il luogo di partenza non può che essere la piazza con la Sfera di A. Pomodoro sul lungomare. I riflessi del mattino illuminano l’opera con effetti speciali. Cercati, voluti o casuali, rendono il luogo di una attrazione unica. Ognuno cerca il suo selfi, o di portare con sé, a casa, l’energia percepita in una giornata al mare.

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L’itinerario prosegue in direzione del porto. La sua descrizione la leggeremo più avanti, al ritorno,  quando il sole assedierà di bagliori il candore dei natanti, degli scafi e dei panfili. Siamo alla foce del fiume Foglia. Seguiremo il suo percorso fino al Galoppatoio. Una ciclabile che diventa piano piano sentiero battuto e che mostra una riva di fiume umile come le canne palustri che lo “arricchiscono”. Sentiero che assume nobiltà dal numero abbondante dei vivaci passanti di tutte le età, e da famiglie in bicicletta.

 

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Qualche volatile lacustre, prende il largo lungo il canneto e uccelli di riva dimorano su antichi grandi pioppi la cui chioma a stento riesci a imprimere nel campo visivo della fotocamera. Non sembrerebbe assolutamente autunno, se qualche solitaria foglia non approdasse, nella sua lenta caduta, tra le aguzze foglie del canneto e lì restasse per cogliere l’ultimo raggio di sole che l’ombra, al suolo, non gli avrebbe più concesso.

 

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ciaobici galoppatoio pesaroIn questo contesto arboreo appaiono a tratti larghi spazi che lasciano intravedere i colli che presto andremo a scoprire. ciaobici pesaro 14Campanili e chiesette, tetti di borghi. Ma in primo piano spicca la cupola del nuovo palazzetto dello sport Vitrifrigo Arena pogetto Prof. Massimo Majowiecki. Al Galoppatoio “ognuno è proprietario del suo cavallo, ognuno lo viene ad accudire e lo cavalca quando lo desidera”, così mi risponde un proprietario intento ad accudire il suo baio di tre anni. Con una certa accortezza ora bisogna attraversare la statale e raggiungere la scorciatoia sterrata per San Germano. Non ho capito se la chiesetta avvolta e decorata interamente da vite americana, che lascia visibili solo finestra e porta, fosse intitolata al santo. Niente lo fa immaginare, ma il luogo si dimostra fotogenico in questo primo sole del mattino e la sua sacralità intatta. Un’umile edicola all’inizio strada porta il nome del santo e nei pressi una associazione onlus gestisce “una terra per artisti, sognatori e bambini”.

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Procediamo per via Babbucce e raggiungiamo la contrada. Lì, in cerca di un ristoro finalmente appare il circolo Arci. Un buon caffè, quattro chiacchiere con anziani giocatori di carte, alimenta la gioia di un incontro inconsueto. Si parla di Valentino Rossi nativo di Tavullia e di Franco Morbidelli. Il paesaggio ora prende la conformazione collinare, con terreno arato da poco (se pur rigido per la recente siccità) e le sinuose strisce di aratura con i solitari filari di pioppi o gelsi e si mostrano al cielo terso,  mentre le torri merlate della non lontana Gradara appaiono addormentate nella foschia. Più in basso il bacino artificiale denominato laghetto di Babbucce attorniato dai pioppi cipressi. Il traffico è quasi nullo, qualche ciclista saluta mentre osservo il paesaggio che sto fotografando, l’ edicola sacra, e il grande gelso al quale appoggio la mia compagna di viaggio.

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Gradara è un richiamo attraente. Invito tutti a salire e visitarla. (Io mi porto verso Granarola avendo già visitato questo Borgo e la sua rocca Malatestiana in precedenza). Mi accontento dell’ultima fotografia ravvicinata alla sua mole, in contrasto con l’autostrada che la lambisce: una quasi carezza, una quasi scortesia.

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Procedo verso l’ascesa di Granarola.  La strada del vino mi guida per alcuni chilometri gironzolando verso la località Treponti. Qualche sterrato, cercato apposta, per assaporare la rusticità del contado.

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 Nessun luogo di ristoro per una bibita od un caffè. Mi rilasso sopra un dondolo presso i giardini pubblici della frazione, e con la musica di Mozart dal cellulare, mi assopisco per lunghi minuti.

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A Cattabrighe il mio itinerario sfocia nella statale 16 adriatica. Inizia una ciclabile di qualità come descritto in precedenza che conduce verso il porto. Al porto una lenta pedalata lungo la Strada dei Due Porti dove si possono ammirare prima le tradizionali case colorate, ora restaurate, e osservare le innumerevoli imbarcazioni all’ancora. Il bianco abbaglia, ma chiudere gli occhi proprio adesso sarebbe un vero errore. Delizia degli occhi diventano i panfili e i decori e gli ornamenti e  i profili dei numerosi motoscafi.

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La descrizione dell’itinerario propostovi, potrebbe terminare qui, tra  i muri decorati, tra i riflessi e i riverberi, con lo sguardo ancora stupito che si spinge lontano all’orizzonte dove una vela bianca ancora si muove apparentemente adagio. Il luogo di arrivo invece è  il luogo di partenza del mattino, il Piazzale della Libertà ove troneggia in piscina sul lungomare la scultura bronzea di A. Pomodoro. Nuovi riflessi, nuovi giochi di bimbi, nuovi occhi stupiti di chi fotografa e di chi si lascia riprendere per una posa di inestinguibile ricordo. "Cicloturismo a Pesaro: un week-end non basta".

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Cicloturismo a Pesaro: un week-end non basta.

Per sostenere questa forma di turismo in espansione, è stata messa a punto una guida per gli amanti del cicloturismo, con 13 itinerari da Pesaro all'entroterra pedalando tra mare e colline. Una guida che si può stampare conduce, pedalata dopo pedalata, nello splendido territorio del sistema turistico denominato“ALTAMARINA”, che dalla costa pesarese arriva fino al Montefeltro, alla valle del Metauro sconfinando anche nella vicina Romagna. Una guida che invita a percorrere non solo le bellezze del paesaggio, ma godere della presenza di antiche tradizioni artigianali, e scoprire gusto e genuinità dei prodotti. Una guida che abbraccia la profonda cultura dell’ospitalità. Un invito a leggere e a scaricare i vostri futuri itinerari.

13 itinerari da Pesaro all'entroterra pedalando tra mare e colline

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proposta per un libro di itinerari a Pesaro Urbino

 

 

Fernando Da Re

Un cuore, due gambe e una bicicletta. In testa sempre la fresca vivacità di raccontare. Il risultato lo ritroviamo in questo sito da lui creato e portato avanti con l’entusiasmo e l’impeto dell’atleta che cerca risultati.


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