Da Ferrara a Bondeno, la ciclabile lungo il canale Burana, meta per amanti della natura

Il percorso ciclo pedonale del canale Burana si sviluppa dalla periferia di Ferrara fino a Bondeno, costeggiando l'omonimo canale, lungo un itinerario quasi totalmente asfaltato ed ombreggiato da alberi, siepi e piante di varie specie. La descrizione di Enrico Campagnoli è un privilegio in quanto frequentatore abituale del territorio di Ferrara. Sua è anche dal Lido delle Nazioni alla Sacca di Goro in bicicletta per fine settimana in bicicletta.

 

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Meta di amanti della natura, di tanti ciclisti e pedoni, magari in compagnia del proprio cane, la ciclabile del Burana ha una lunghezza di 14 km circa e merita di essere conosciuta e percorsa in bicicletta da tutti. Si parte dall'immediata periferia di Ferrara, imboccando il sentiero all'altezza del ponte sul Burana nelle vicinanze della Chiesa di Mizzana.

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Per il primo chilometro e mezzo affianchiamo la trafficata Via Diana ma ben presto da essa ce ne allontaniamo e, dopo aver attraversato nuovamente il canale, ci immettiamo nel vero percorso, immersi nella natura  assaporandone per lunghi tratti il suo silenzio rilassante. Sulla sinistra possiamo ammirare immediatamente  il "Bosco della Bota".

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Creato nel 2007 per iniziativa congiunta delle amministrazioni locali e di Hera, il bosco si estende su di una superficie di sessantamila metri quadrati e dà dimora ad oltre 5.000 piante ed arbusti. Una curiosità: il bosco prende il nome dall'originario nome del canale Burana scavato nei primi del '900 nel quadro del progetto di bonificazione delle "Terre Basse". Lasciamoci alle spalle il Bosco e ci imbattiamo nell'immancabile pescatore che con il suo fedele cane quasi quotidianamente frequenta la riva opposta e trascorre le sue giornate godendosi il sole o affrontando giornate uggiose e pomeriggi freddi anche del tardo autunno ed inizio inverno. Panchine e tavolini in legno si integrano perfettamente nel paesaggio e permettono soste ristoratrici o momenti di conversazione ma anche di riflessione solitaria magari immersi nella lettura di un buon libro.Arriviamo a quella che comunemente, per i frequentatori della zona, viene chiamata la casa dei pavoni.

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I due fabbricati sono ormai fatiscenti, difficile vedere qualcuno anche nel terreno antistante gli stessi edifici. È invece il regno di numerosi bellissimi pavoni che, incuranti del passaggio delle persone, spesso si spingono sul sentiero, quasi sbarrandone il passaggio, o si appostano sugli alberi suscitando curiosità ma anche meraviglia per la loro bellezza e maestosità.

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Riecheggiano ancora i versi dei pavoni quando ormai siamo nelle vicinanze dell'Oasi di Vigarano Pieve, splendido recupero di una cava dismessa a fine anni '90 e trasformata in una bellissima area naturalistica con tanto di passeggiata lungo tutto il suo perimetro nonché  locali di ristoro ed oggi anche centro di avviamento canoistico di rilevante importanza  (successi dei suoi atleti sono riferibili alle Olimpiadi di Tokyo 2020). L'acqua di falda assicura la trasparenza dello specchio lacustre quasi invitando nelle giornate afose ad un bagno ristoratore  non permesso se non in casi eccezionali per allenamento dei cani  da soccorso tramite accesso ad una limitata zona con tanto di spiaggetta dedicata.

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I rintocchi delle campane ci annunciano la vicinanza di Vigarano Pieve. Scorgiamo il paese ed il campanile "ferito", come del resto la basilica stessa, dal terremoto del 2012. La bellissima chiesa, interamente affrescata al suo interno, e come tale di dispendiosissimo recupero, è stata un paio d'anni fa restituita ai fedeli ed ai tanti turisti e viandanti per poter essere nuovamente frequentata e visitata. Proprio all'altezza del paese, sulla riva opposta del canale, a fianco di una cappellina dedicata a tutti coloro che volessero lasciare una foto di propri cari estinti, si distingue quella che doveva essere stata in passato una bellissima casa ora diroccata ed invasa da alberi, piante ed erba alta. I gradini in pietra  sulla riva testimoniano  che a tale dimora vi si accedeva arrivando per i viottoli di campagna ma anche e soprattutto per via fluviale con facile attracco ed approdo per proprietari ed ospiti. Proseguiamo: alcuni ponticelli percorribili permettono l'attraversamento del canale agli agricoltori e proprietari dei terreni che a perdita d'occhio si estendono fino alle rive lontane del Po. Siamo all'incrocio con la strada che conduce al Borgo della  Diamantina: un attimo di sosta, a fianco di una ristoratrice fontanella, ci consente di ammirare, a circa un chilometro, il bellissimo palazzo che prende nome dall'omonima località. https://gestcav.it/

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Antica delizia estense, come un "diamante" della Casa d'Este, il complesso con tanto di orto, una bella colombaia e  tante stalle, è oggi anche sede, per opera del suo  attuale proprietario, il dott. Enzo Cavallari, di un museo che raccoglie innumerevoli attrezzi agricoli d'epoca, testimonianza della tradizione agreste di sempre dei luoghi. Siamo ormai avviati verso Bondeno: qualche casa agricola di fianco al percorso testimonia la presenza degli agricoltori della zona; i rumori dei mezzi agricoli rompono il silenzio del tragitto.

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Passiamo alcuni "casoni" con tanto di reti da pesca sospese sul canale e quasi senza accorgercene stiamo per giungere alla città Matildea. Il sentiero negli ultimi tratti abbandona la riva destra del Burana per portarci su quella sinistra  attraverso l' ennesimo ponticello in pietra.

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Giungiamo ad un paio di piccoli tornanti immersi in una fitta vegetazione per trovarci poi a percorrere il vecchio ponte della ferrovia che ci permette di ammirare e superare il Cavo Napoleonico vero confine naturale aldilà del quale entriamo in Bondeno.

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Il fiume sottostante merita pure esso un attimo di sosta: a seconda dei periodi le sue acque cambiano colore a seconda che la corrente provenga dal Po, la cui confluenza sarà a pochi chilometri di distanza, o dal fiume Reno. Il Cavo venne creato proprio come "scolmatore" del fiume Reno nei momenti di piena, come ad esempio nella piena di inizio febbraio 2019, ma anche come cassa di colmata nei periodi di piena  del Po ed assolve anche un'importante funzione di approviggionamento delle acque irrigue per le campagne del ferrarese.

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Importante habitat naturale di numerose specie di volatili e di pesci è spesso meta  di pescatori e turisti ambientalisti. Percorsi i due tornanti finali, entriamo quindi a Bondeno dove potremo fermarci a visitare il paese ovvero proseguire in bicicletta nel percorso che porta fino a Mantova costeggiando prima il Panaro e poi in zona Stellata prendendo la Destra Po. Un nuovo tratto che merita un altro racconto. (testi e foto di Enrico Campagnoli)

FERRARA MAGICA, AFFASCINANTE, SEDUCENTE

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Fernando Da Re

Un cuore, due gambe e una bicicletta. In testa sempre la fresca vivacità di raccontare. Il risultato lo ritroviamo in questo sito da lui creato e portato avanti con l’entusiasmo e l’impeto dell’atleta che cerca risultati.


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