Dal Lido delle Nazioni alla Sacca di Goro in bicicletta. Per estimatori della natura selvaggia.

È un percorso particolare quello che, per gli appassionati della bicicletta e villeggianti nei  lidi ferraresi, si disegna tra il Lido delle Nazioni e la Sacca di Goro.

 

Un percorso che concilia i gusti di tutti: dagli amanti di una mezza giornata fuori dagli schemi classici della vita da spiaggia  agli appassionati dei percorsi ciclabili tra sentieri erbosi, terra battuta ed anche insidiose sabbie, dagli estimatori della natura selvaggia agli amanti delle curiosità legate ad alcuni personaggi noti al pubblico nazionale.

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La partenza  di questo itinerario a pedali prende il via dal Lido delle Nazioni e permette di respirare subito la splendida pineta di Volano che si affaccia direttamente sul mare. Sopravvissuta all'inarrestabile espansione edilizia degli anni passati, quale naturale prosecuzione del Boscone della Mesola, ci permette un inizio di percorso davvero gradevole. Alcune sculture lignee di animali anche preistorici, opere dell'artista Enrico Menegatti (altre le potremo ammirare nello splendido parco dell'Abbazia di Pomposa così come all'ingresso di alcuni bagni del Lido di Volano e di Pomposa) ci inducono a sostare lungo questo tratto. Meritano simpatia e meraviglia i sempre più frequenti incontri di intere famiglie di daini quasi incuranti al nostro passaggio, che attraversano il sentiero o si fanno ammirare nella fitta boscaglia che stiamo percorrendo.

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Quasi in doveroso rispetto di questo dono che la natura ci regala, raggiungiamo la strada che ci porta al ponte sul Po di Volano e, dopo esserci lasciati alle spalle la splendida Torre della Finanza (costruzione del primo Settecento), costeggiamo un laghetto artificiale. Riprendiamo ben presto un sentiero battuto che ci porta verso la località Taglio della Falce (nome dall'omonima valle), ormai quasi interamente bonificata.

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Una rapida digressione del percorso sulla nostra destra interrompe un attimo la pedalata per affacciarci su di una splendida insenatura da cui ammirare la foce del Po e la Sacca di Goro. È qui che il maestro Pupi Avati ha girato nel 1976 alcune scene del suo "La casa dalle finestre che ridono" ed è qui che nel film "La donna del fiume" la giovane rampante e bellissima Sofia Loren, nel 1954, esordì in uno dei suoi primi successi cinematografici internazionali sotto la regia di Mario Soldati.La casa, teatro e scena di varie riprese, si specchia sulle acque salmastre  di fianco ad un piccolo pontile in legno  e sembra quasi inghiottita dalla lussureggiante vegetazione, testimonianza dell'adiacente  Boscone della Mesola.

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Risaliti in sella, ecco che un doppio cancello ci permette di accedere alla fitta pineta, propaggine iniziale del bosco stesso,  e percorrerne un tratto grazie ad un corridoio creato appositamente sul suo fianco esterno.

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Siamo dunque nel vero Bosco della Mesola: da una parte la sua tipica vegetazione, fatta di intricati arbusti e tante conifere aggraziato da uno dei tanti stagni, dall'altra la costa tipica mediterranea con piante acquatiche ed irripetibili scorci di mare nella vastità dei suoi colori a seconda del cielo che nell'acqua stessa si tuffa. Il rischio di cadere è possibile volendo ammirare tutto quanto la natura ci propone perché il terreno, a tratti sabbioso, rappresenta una vera insidia. Usciti da un altro cancello, un'erta e ripida salita ci porta sull'argine della Sacca di Goro: un nuovo sussulto al cuore per il fascino che subiamo davanti ai nuovi panorami che la natura locale ci offre. 

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Frutto della millenaria opera di modellazione da parte dei due rami del Po che qui trovano la propria foce (Po di Volano e Po di Goro) nonché dell'altrettanto imperiosa azione del mare, la Sacca oltre a dar vita ad un'economia tanto preziosa per la popolazione locale è anche un dono per i visitatori che possono godere di un paesaggio che conserva ancora il sapore, il gusto del selvaggio protrattosi nel tempo. 

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Se prima era la boscaglia, ora è solo la tipica vegetazione della costa mediterranea che ci accompagna sempre comunque scortati dalla fitta macchia verde dell'onnipresente Boscone.
E laggiù, in fondo, quasi in un dipinto del più autentico impressionismo, scorgiamo il porto e le prime costruzioni della nostra meta. Inizialmente ad occhio quasi inarrivabili, ben presto diventano realtà. Raggiungiamo la nostra meta, raggiungiamo Goro ed il suo naturale e doveroso traguardo che inevitabilmente non potrà essere se non il suo porto.

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La cittadina, sviluppatasi nel tempo e caratterizzata dall'eterna lotta dell'uomo contro le piene del fiume nonché le disastrose mareggiate sospinte da impetuose folate di bora, proprio grazie alla pesca e alla mitilicoltura ha visto nel passato il suo sviluppo trovando oggi anche nel turismo. Grazie alla valorizzazione del suo territorio, ottiene una ulteriore fonte di rinnovata ripresa economica.

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Ma Goro è nota anche nel mondo dello spettacolo e dello sport: originari del paese sono  Milva, "la pantera di Goro", cantante ed attrice teatrale di fama mondiale (recente la notizia della sua scomparsa), il maestro Piergiorgio Farina, suo cugino, noto violinista e compositore che ottenne negli '70 ed '80 grande notorietà per le sue partecipazioni al Festival di Sanremo e a tanti varietà televisivi.
Ma Goro ha visto anche nel mondo dello sport una sua celebrità: Mario Scarpa che si è distinto come ottimo calciatore di fascia negli anni '70 contribuendo con le sue reti alla prima storica promozione in serie A del Perugia.

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Il nostro giro termina qui anche se più avanti a pochi chilometri Gorino e tutta la circostante area, oggi Parco del Delta del Po, ci potrebbero offrire nuovi spunti per splendidi ulteriori percorsi da assaporare in ogni stagione siano essi vissuti.
Ma questa, come si è soliti dire, è un'altra storia. (testi  Enrico Campagnoli, foto E. Campagnoli e redazione)

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Fernando Da Re

Un cuore, due gambe e una bicicletta. In testa sempre la fresca vivacità di raccontare. Il risultato lo ritroviamo in questo sito da lui creato e portato avanti con l’entusiasmo e l’impeto dell’atleta che cerca risultati.


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