Cicloturismo a Procida

Sulle strade del Postino

Dopo che sono state percorse da Massimo Troisi sul set de “Il Postino”, le poche strade di Procida hanno assunto una veste nostalgica.

Succede sempre così quando un luogo sale alla ribalta in un film: provoca sensazioni e interessi nuovi. (vedi Skopelos con il film Mamma mia). Il percorso, a prima vista, sembra percorrere strade difficili in leggera pendenza, con vie strette e transito di autobus e macchine (queste ultime fortunatamente fuori dai mesi estivi) e fondo stradale di porfido.

Ma percorrendole emettono il fascino della scoperta ad ogni pedalata. Lungo i muri scrostati e alti, dentro ai portoni semiaperti, sopra balconi o cornicioni, accanto a botteghe e negozi si nasconde una genuinità che esplode ancor più nell’incontro e nel saluto di un residente. Ora sono i capitelli per la devozione, più avanti le maioliche delle famiglie, i giardini arricchiti dalle piante di agrumi, gli scorci sul mare e sulle case cubiche dai colori pastello.

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La locanda, che ora ha preso il nome del film, è un rinnovato punto di ristoro e di curiosità. La sosta non serve solo per apprezzarne cibo e relazioni, ma a curiosare tra i cimeli lasciati o donati a questo luogo dagli interpreti del film. Sotto lo sguardo di un poeta, Pablo Neruda e di un postino, Mario che lo venerava, e tra i quali era sorta una amicizia letteraria, anche il vino, la pasta, il pesce e il pane aumentano il gusto della genuinità. E accanto alla bicicletta, ferma da anni sullo stesso angolo dove la appoggiava Mario, è facile farsi trascinare e trasformarsi in poeta o allievo poeta: “ la poesia non è di chi la scrive é di chi gli serve”.

Si può visitare in bicicletta dunque: la casa di Graziella (sulla punta di Terra Murata) , la marina Corriccella (dove il silenzio a volte non viene infranto neppure dallo sciborbio del mare), osservare dall’alto in località Via Pizzacco le pennellate di colori sulla Rocca, sulla Marina e sulla Chiaia,(e scorgere che il tramonto regala a questo luogo l’incantesimo delle divinità). Proseguire fino al porto turistico di Marina di Chiaiolella, e raggiungere il ponte che unisce all’isolotto di Vivara (area protetta), per poi perdersi nella spiaggia nera di Ciracciello e osservare i faraglioni incendiati dal sole, andare e venire per le numerose viuzze scoprendo giardini e abitanti, raggiungere la località cimitero e scendere alla spiaggia del Postino. Tutto questo con una pedalata di di una quindicina di chilometri. Scesi al Porto di Marina Grande, meno bello ma parimenti interessante, e gustarsi un gelato o un caffè che solo nel territorio di Napoli sanno fare.

Ora anche una Piazza è dedicata a Massimo Troisi e una Via al film il Postino. E il mare continua ad essere solcato da gabbiani e uccelli marini che condividono, con chi sa apprezzare, l’incantevole Golfo di Napoli abbracciato dal capo Miseno e dal Vesuvio.

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