Omaggio ad un cicloviaggiatore

Ubaldo Bagnaresi

Non me la sento di proporre parole nuove per un amico che se n'è andato oggi. Ubaldo Bagnaresi

quando lo conobbi e lo ebbi come compagno di viaggio fu facile entrare in sintonia (lo era in verità con tutti) e al ritorno dal viaggio, tra le pagine che raccontavano le esperienze vissute, tra più intime che restano legate a quel viaggio, allora scrissi di lui:
"Procedevamo in perfetta armonia tra di noi e con il mondo nuovo a cui andavamo incontro. Spesso in fila indiana, quasi al galoppo, a volte appaiati senza pericolo alcuno di traffico. Se si escludono incontri con piccoli gruppi di bovini sdraiati sulla strada, che bisognava schivare, sembrava di essere a passeggio per le strade di casa nostra. Ce lo ricordava anche la scritta ITA-LIA che Ubaldo aveva decorato sul retro delle sue due borse e che superandoci strappava qualche commento al resto del gruppo.

Ubaldo era il simbolo del ciclo-viaggiatore ordinato ed efficiente. Le sue borse erano organizzate come le cucine dei ristoranti entro le quali aveva a lungo lavorato come cuoco. Il suo motto era: “ogni cosa deve avere il suo posto prima dell'uso e tornare al suo posto dopo l'utilizzo”. Ha dormito spesso con me, e posso confermare che in pochi minuti ricomponeva le sue cose prima della partenza. Estraeva, a memoria, dalle borse ogni componente utile, e nel caso gli si presentasse qualche vuoto di memoria, teneva sul coperchio del bauletto anteriore uno schema per l’immediata consultazione di come esse erano organizzate internamente. Da buon emiliano possedeva una naturale propensione alle relazioni pubbliche. Entrava in sintonia con qualunque persona ritenesse utile farlo.

Lo vidi riprendere con videocamera perfino interviste che lui improvvisava con i nuovi amici di strada. Aveva molta sensibilità nel rispetto delle prerogative di ogni persona e sapeva trarne sorrisi e atteggiamenti divertiti da tutti. La sua adesione a Servas International era frutto di una sincera ricerca e convinzione che la pace universale era possibile. La sua bicicletta, acquistata via internet, aveva accessori di grande livello. Oltre a quelli in dotazione, lui aveva inserito, da maestro faidate, anche altri componenti incredibilmente utili. Tanto per dire il suo manubrio era dotato di un porta flacone per piccole bombolette spray dentro il quale era sempre presente uno spray al peperoncino: “per i cani randagi” diceva lui. Ma quello che più mi aveva sorpreso, era una molla collegata dal parafango della ruota anteriore al telaio che non permetteva al manubrio di ruotare oltre un certo limite e quindi la bicicletta manteneva stabilità anche posizionata su cavalletto.

Come i grandi chef godeva di grande fantasia e immaginazione, come quando a Kutaisi con ingredienti georgiani improvvisò contemporaneamente una pasta “alla carbonara” sia per i carnivori, sia per i vegetariani del gruppo. Custodiva doti da super informatico e con i suoi tre cellulari aveva il mondo tra le sue mani." Di te ora mi rimane il ricordo di un viaggio, e come un viaggio che non finisce al ritorno, ma che dura finchè saranno vivi i ricordi, ecco io vorrei che il tuo ricordo durasse il più a lungo possibile per raccontarmi la fortuna di aver sorriso con te lungo alcune strade del mondo. Ciao cicloviaggiatore e Buona Strada Ancora.

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