Riviera del Brenta, una ciclabile da migliorare?

Una Ciclabile per 100 ville

"Idem est natura quod Deus, aut fere idem". (L. Valla)

 

Spesso l'ho sentita chiamare ciclabile, ma di una ciclabile ha poche caratteristiche. Questo itinerario lungo il naviglio Brenta, detto Riviera, delude l'appassionato cicloturista che pensa di trovare l'interesse architettonico del paesaggio, sposato con il viaggiare lento, con la serenità dell'osservazione, con la tranquillità della propria sicurezza.

Un peccato veramente che queste caratteristiche, presenti nelle più note ciclabili europee, non siano presenti in questo luogo, vero gioiello italiano e mondiale.
Mi fermo ancora un po' a sottolineare qualche caratteristica negativa, per promuovere una cultura positiva che può solo fare del bene a questa preziosa parte di provincia veneziana.
1 - si viaggia sempre su strada aperta al traffico; esiste un limite di velocità, ma il rispetto per il ciclista e per le regole è spesso eluso.
2 - i conducenti delle grosse e larghe autovetture, molto spesso sono poco sensibili verso i deboli ciclisti;
3 – la cartellonistica è antiquata, spesso scolorita, imprecisa, inadeguata per un viaggiare moderno. I numerosi cicloturisti esteri viaggiano con le loro mappe. I tour operators che li mandano hanno posizionato lungo il percorso indicatori, quasi invisibili, servendosi esistono molte più probabilità di arrivare a destinazione.
4 – i pochi tratti segnalati come ciclabili non hanno ragione di essere percorsi perchè incompleti o di brevissima durata;
5 - manca una mappa ufficiale da richiedere agli operatori turistici o aziende di soggiorno municipali o presso hotel che ti ospita;
6 – un traffico, a tratti, veramente pesante con incroci difficoltosi e pericolosi, mette in difficoltà il ciclo-viaggiatore; il fondo stradale molto spesso è ha una manutenzione; assente o pessima;
7 – la mancanza assoluta di rastrelliere per bici in grado di accoglierle per la sosta;
8 – in molti rilevano queste inadeguatezze, le propongono, ma non ottengono risultati presso le istituzioni;

Nonostante quanto sopra, consiglio l'itinerario per ammirare signorili dimore e nobili residenze. Sono 25/30 km. lungo i quali si percorre una eredità, lasciata dalla storia,intrisa di opulenza, arte, architettura e cultura. Beni, che molti hanno imparato a mantenere e rispettare, ma che su, tanti ancora, c'è superficialità.

Quest'area che non ha più segreti in tutto il mondo, avrebbe bisogno di più rispetto e attenzione anche nei flussi “minori” di traffico turistico, come viene creduto quello della bicicletta. Spesso incompreso, ritenuto poco redditizio, a volte snobbato esso, orgogliosamente, è presente sempre in misura maggiore e deve essere supportato in ogni sua necessità. Dovrebbe essere “invitato” più che “atteso” al banchetto turistico, perchè rispettoso, della natura e dell'ambiente, più di tanti flussi “ricchi”.

Itinerario: Da Stra a Dolo, da Mira alla Malcontenta e a Fusina, si percorre sempre una strada secondaria a sud del Naviglio del Brenta. Sempre asfaltata, con traffico.
Sarà per l'incontro con le ville, sarà per i tratti di naviglio vivace e colorito, sarà per i battelli silenziosi che accompagnano il procedere, sarà per gli incontri con gli uomini sulle rive, sarà per l'attrazione di un luogo che sembra fatto apposta per gli incontri romantici, sarà per questo e per altro ancora che il percorso si può ritenere “a naturale vocazione cicloturistica”.
E se, traducendo l'incipit, L. Valla, sosteneva che “la natura è simile o quasi simile ad una divinità” concludo con J. W. Goethe che affermava che “ la natura è un abito vivo e variopinto della divinità”. La riviera del Brenta ne è la conferma.

omaggio al 17 Aprile 2010

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