Prepararsi per partire in bicicletta

Vacanze in bicicletta - consigli e pensieri

E’ arrivato il giorno della partenza. Finalmente! Sono in stazione in attesa del mio treno. Seduto al binario guardo con un senso di tranquillità ed orgoglio la mia bicicletta. Pulita, brillante, revisionata con cura perché nulla debba succedere.

 

Mentalmente cerco di ricontrollare tutto: la pompa, leggera ed efficace, il borsellino con gli attrezzi di emergenza, una camera d’aria ed un kit per le forature. Le mie borse, robuste, capienti ma non piene, alle quali affido quelle poche sicurezze che posso portare con me. Solo quei capi di abbigliamento strettamente indispensabili, ben piegati e ciascuno ordinatamente riposto in una busta di plastica a tenuta ermetica. Se farà freddo ne indosserò quanti ne serviranno, uno sopra l’altro, come le foglie di una cipolla.

Poi un pezzo di sapone di Marsiglia: per radermi o per rinfrescare ogni giorno le magliette usate. Con meno ricambi potrò pedalare più leggero. Al manubrio un robusto borsetto: facilmente asportabile ed impermeabile per proteggere … anche dalla pioggia il mio “tesoretto”. Nel portafogli il documento d’identità, la tessera sanitaria ed una carta di credito i cui estremi ho diligentemente trascritto in caso di perdita o furto. Il cellulare adeguatamente ricaricato sul quale ho memorizzato i numeri di emergenza del Paese che attraverserò.

Una piccola digitale per poter portare con me le immagini più belle ed infine il mio inseparabile amico casco al quale, per una banale distrazione, credo di dover la vita. Viaggiare per più giorni in bici, si sa, è quanto mai precario e faticoso. Ogni prudenza è quindi d’obbligo e la fatica non dovrà mai superare il piacere. Mentalmente ripasso il percorso, ben studiato a casa, lungo il quale, dopo aver raccolto ogni possibile notizia, ho selezionato i luoghi più interessanti.

Il tempo in bicicletta è prezioso ed il piacere di pedalare lentamente non consentirà molte deviazioni. Occorre quindi scegliere accuratamente: prima sulle guide, poi sul posto. Ma sempre tenendo conto dei propri limiti. Ho già obliterato il mio biglietto ma solo fino al confine. Oltre frontiera ne rifarò un altro fino a destino risparmiando quasi la metà del costo complessivo. Quanto ho pensato e desiderato questo viaggio. Sarà certamente il più bello mai fatto! Lontano dalle costrizioni quotidiane, sento già il profumo dei fiori, dell’erba o del legno appena segato e posto a stagionare, il vento sul viso o la pioggia che cade, il sole che scotta la pelle.

Ma niente mi darà più fastidio. Mi tufferò in verdi gallerie a cercar ristoro o, se farà freddo, cercherò i raggi del sole che filtrano tra i rami come tepide e fugaci carezze. Ammirerò con incantato stupore fiumi, montagne e ridenti paesini. Cercherò in qualche accogliente locanda dal sapore di passato il piacere della sosta. Assorto in questi pensieri cercherò anche di non sbagliare la strada o il treno per il ritorno. Ma sono sereno.

Quando vedrò sui muri di una stazione una miriade di scritte: “Vietato … attraversare i binari …. oltrepassare la linea gialla …. salire in bicicletta … buttare carte per terra … Teresa ti amo!” vorrà dire che sono felicemente rientrato nella mia amata Italia. Quanti nuovi universi avrò lentamente esplorato ed assaporato e quante convinzioni o luoghi comuni saranno caduti o mutati? Non è ancora il momento di pensarci: troppo presto. Chissà però se, una volta a casa, riuscirò a prender sonno senza più un manubrio tra le mani! chi è Luciano Zamperini?

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