Diavolo Rosso, il racconto del "corridore in bici" Giovanni Bisighin

Pemio narrativa ragazzi al Bicicletterario 2018

 Da quando ho tolto le rotelline al parco davanti a casa nostra non ho mai smesso di pedalare perché la bicicletta per me è libertà. Io sono un ciclo storico che pedala con biciclette d’epoca d’acciaio con i cambi sul tubo obliquo del telaio, le gabbiette sui pedali e i fili esterni del cambio.

 

 

 FB IMG 1527250847888Quando ero in terza alla primaria il lunedì la maestra ci chiedeva che cosa avevamo fatto il fine settimana ed io raccontavo delle manifestazioni con le bici d’epoca e tutti si mettevano a ridere perché dicevano che ero un bugiardo fino al giorno in cui ho portato la fotocopia di un articolo de L’Arena (1) in cui si parlava della nostra famiglia che partecipava ai tweed ride (2) e alle ciclo storiche. Io da grande voglio fare il ciclista anche se i miei compagni mi prendono in giro perché pedalo con il casco di pelle bicolore, il cappellino rosso di Eddie Merckx, la maglia di lana della nazionale del Belgio e i pantaloni rossi da corsa. Due anni fa mi hanno fatto scrivere un tema di fantasia ed io ho scritto di un sogno che avevo fatto: entrato da una porta che portava in uno spogliatoio, lì c’erano la mia divisa e la mia bici…  Quando sono uscito fuori mi sono trovato dentro il velodromo del Vigorelli di Milano che ho visto nei video di Youtube su internet. Man mano che correvo raggiungevo ed affiancavo i campioni del ciclismo eroico: Giovanni Gerbi “Il diavolo rosso”, Alfredo Binda, Learco Guerra “la Locomotiva umana”, Gino Bartali “L’Intramontabile”, Fausto Coppi “Il Campionissimo” e, quando è suonata la campanella dell’ultimo giro, mi si è affiancato il “Pirata” Marco Pantani che, gettati gli occhiali a terra, mi ha fatto l’occhiolino e si è messo a tirare davanti a me. Alla ricreazione nessuno mi fa giocare a calcio perché sono un “corridore”, al massimo mi fanno stare in porta perché tutti vogliono giocare in attacco e segnare. Io non ho amici perché a nessuno piace fare fatica sulle biciclette da corsa, così, finiti i compiti, la sera aspetto che il mio papà chiami la mamma al cellulare e, quando lui arriva, io sono già pronto con la divisa da corsa e le borracce. Noi andiamo ad allenarci a Custoza dove c’è Il GPM dell’Ossario che è stato traguardo di tappa del Giro d’Italia tanti anni fa. Quando mi chiedono che ciclista sono io rispondo che voglio diventare uno scalatore come Marco Pantani perché ho le ossa leggere come la mia mamma. Qualche volta capita che alla manifestazione ci siano dei bambini come me o più grandi e allora sto nel gruppo e poi, quando ci sono le salite, parto e li lascio tutti dietro.

L’anno scorso ho corso con Gilberto Simoni  alla Punzonatura e con Davide Rebellin alla Scaligera e nelle salite gli stavo a ruota. Gibo mi ha detto che sono forte in salita ma che devo stare zitto perché sennò perdo potenza ma quando abbiamo corso assieme avevo tante cose da chiedergli perché lo avevo visto a Radio corsa su Rai Sport che guardo in streaming sul computer. L’unica cosa che mi dispiace è che non ho potuto pedalare con Luciano Berruti che è su tutti i poster dell’Eroica dove accompagnerò questo anno il mio papà la prima domenica d’ottobre a Gaiole in Chianti. (Giovanni Rebellin, Villafranca di Verona, anno di nascita  2007)

Fernando Da Re

Un cuore, due gambe e una bicicletta. In testa sempre la fresca vivacità di raccontare. Il risultato lo ritroviamo in questo sito da lui creato e portato avanti con l’entusiasmo e l’impeto dell’atleta che cerca risultati.


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