Lungo la Loira, in bicicletta tra castelli e ville

un fiume e cento castelli

13 maggio 2009. E’ una giornata fredda e piovosa ed i colori sono cupi e morbidi. C’è un velo che appanna il paesaggio e che quasi impedisce di desiderarlo.Non era così ieri, a Beaugency, delicato paese nei pressi di Orléans, dal quale ho iniziato questo viaggio: nel tardo pomeriggio il cielo, ancora carico di nuvoloni scuri, si era aperto lasciando filtrare una promettente luce vivida e rossastra.

in collaborazione con Simonetta Bike tours

Lungo la strada non mi resta che lasciarmi andare seguendo il corso della Loira, qui ampio ed accogliente, per farmi portare verso gli affascinanti castelli di Blois ed Amboise. Più discosto nella campagna (e purtroppo nei pressi di una centrale nucleare) è, invece, quello maestoso di Chambord. Visitandoli, pur tutti diversi, ma per me sostanzialmente molto simili, mi vien da immaginare come siano stati importanti luoghi di partenze e ritorni di persone, famose od umili, che la storia ha raccolto per poi, come talvolta succede, disperdere nella effimera alternanza del proprio corso.

Ora, con una deviazione che mi farà abbandonare nuovamente il fiume, arriverò a Chenonceaux.
Il castello, edificato come un grande ponte sullo Cher, ha un'aria pacifica, quasi campestre. All’interno l’atmosfera delle stanze mi trasferisce una sensazione indefinibile che mi avvolge ed idealmente mi trascina lungo questi passaggi silenziosi. Lunghi corridoi ingentiliti da bellissimi fiori. Balconcini incorniciati di verde che esibiscono una tranquilla e misurata signorilità. Scalinate che si inerpicano illuminate da grandi finestre che danno sul fiume, sul suo lento fluire. Persino i volti che, anche per un solo attimo si riflettono sui loro vetri, mi appaiono in una luce ricca di passato. Tutto tace. Si sente solo cadere la pioggia, tenue e discreta.

Il parco intorno è molto curato e tranquillo, ma tutto fradicio d’acqua e di umidità e le stradine conducono, come in una passeggiata domenicale, alle rive del fiume. Quanta floridezza ed eleganza! Lungo questi viali ed in un mondo così appartato e signorile, immagino che la vita debba essere stata amabile e seducente e forse, a tratti, anche quasi felice.
Magia sottile e misteriosa di un lungo, intenso racconto: un passato che ancora vive e che, almeno un po’, ci dovrebbe aiutare a comprendere meglio la vita.

Nessuno se ne abbia: io, tutto sommato, preferisco viverla guardando al futuro. Un futuro ancora tutto aperto e desiderabile. Così domani andrò, passando per Azay le Rideau e Villandry, fino ad Ussé: al castello della “Belle au Bois Dormant”.
Chissà, forse riuscirò anch’io a rivivere … quella bella favola.

Luciano Zamperini

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