Cicloturismo nel Delta del Po - seconda parte

Da Porto Levante al Faro della Pila

Questo bellissimo itinerario mi porterà oggi da Porto di Levante al Faro della Pila o di Punta Maistra per concludersi alla grande spiaggia di Scanno del Palo a cui si accede attraversando un pittoresco ponte di legno.

Dalle valli, stagni dove il fango dell’ultimo Po si mescola al sale, fino alle palafitte dei pescatori tra le dune di sabbia in riva al mare, tutto è quiete e silenzio. Ma il buon giorno lo ricevo subito lungo la Valle Bagliona dai richiami di uno stormo di gabbiani e dalla curiosa e delicata “danza” di alcuni cavalieri d’Italia. Qui le strade sono tracciate con semplicità e senza esitazione: dritte e a perdita d’occhio. Oltre l’argine si intravvede l’alta ciminiera della centrale di Polesine Camerini. La lontananza e l’umidità dell’aria aggiungono alla sua imponenza un velo di mistero.

D’ora in avanti la sua immanente presenza sarà per me un prezioso riferimento, una stella polare, che mi accompagnerà fino alla fine del viaggio. Scanarello, Barchessa Ravagnan, Cà Pisani, Cà Venier sembrano ruotare al mio passaggio come in un lento saluto per poi allontanarsi e sparire dietro di me. Laggiù, sopra la linea di questo infinito orizzonte si delinea, oltre il Villaggio dei Pescatori, la torre del faro di Pila. Si staglia bianca ed immobile, tra i colori caldi dei canneti e delle salicornie e quelli più freddi del cielo. Poi anche lei scompare seguita solo dai miei pensieri e dal profumo salmastro e fresco di questo estremo Delta. Qui l’alternanza dei venti e delle correnti, l’incontro del fiume con il mare modellano senza sosta tortuose lingue di terra creando un paesaggio incerto ed indefinito. Ma ad un ritmo così lento da indurci a percepire una erronea sensazione di immobilità.

E’ un vero peccato che io non possa arrivare fin laggiù, fino allo Scano Boa per vedere uno degli ultimi casoni rimasti. Dovrei disporre di una bici anfibia. Vorrei ritornare visitando la spiaggia di Barbamarco ma questa deviazione mi porterebbe troppo lontano. Gli indizi del tramonto e la distanza ancora da coprire non suggeriscono deviazioni. Così riprendo la strada che da Cà Zuliani mi riporterà a nord fino a Boccasette.

Il volo lento e possente di un grande airone rosso mi fa voltare. Guardando la strada appena percorsa mi vien da pensare, non senza inquietudine, all'irreversibilità del tempo. Vorrei allora fermarmi e, fermandomi, poterlo fermare. Tornare indietro … Dolce inganno, vana speranza! Vorrei allora almeno non essere quasi arrivato. Oggi, invece, il tempo mi è volato. L’itinerario è stato forse un po’ troppo lungo per queste ancor brevi giornate e, senza accorgermene quasi all’improvviso, mi trovo già immerso in un bellissimo tramonto. Un rosso intenso colora il primo cielo ed accende le valli. Specchi infuocati che brulicano di piccole ombre nere.

Debbo proprio fermarmi per vivere appieno questo momento. Per gustarlo, per assorbirlo e per portarlo con me indelebilmente.

ciaobici Delta Po Nord 037

da Albarella a Porto Caleri (prima parte)

(terza parte)

Sacca di Scardovari

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