VIES VERDES–Catalunya-Ruta del Ferro i el Carbò

La funzione principale era quella di trasportare materiale ferroso e carbone proveniente dalla soprastante località di Ogassa fino alla stazione e alle ferriere di Ripoll nella vallata principale. Da molti anni è stata trasformata in pista ciclabile mantenendone fedelmente il tracciato e le infrastrutture, quali stazione, magazzini (ora albergo), depositi, ponte in ferro ed una galleria.

 itinerario: Ripoll – Sant Joan de les Abadesses – Ogassa

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Nipotini, figlie e generi mi hanno invaso la casa … risultato: che l'unico avente diritto deve sloggiare per una settimana. Per fortuna ho un piccolo camper ed una bicicletta, connubio perfetto, se poi lo si abbina ad un bel contesto il pranzo è servito; badate bene, parlo di pranzo da leccarsi i baffi, non di un semplice brunch. (Scopri l'autore Enzo Pellegrini)

Da anni meditavo di approfondire la conoscenza della zona di Sant Joan de les Abadesses in Catalunya e finalmente mi ritrovo nell'accogliente area di sosta lungo lo scenografico fiume Ter ed adiacente al bel centro storico comunicante tramite un ponte medievale a schiena d'asino con unica arcata quasi a tutto sesto. Mi precipito, prima della chiusura, al centro informazioni alloggiato in fianco alla chiesa in un antico fabbricato dotato di un piccolo museo e chiostro annesso per dotarmi di materiale relativo alle piste ciclabili e non; mi rendo conto che l'offerta è più che ampia per tutti i gusti e gambe.

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L'indomani scelgo la “Ruta del Ferro i el Carbò”, quella per cui sono venuto in queste alture prepirenaiche. Il percorso fa parte delle Vies Verdes catalane, ricavate da linee ferroviarie dismesse e adibite a percorsi naturali ( www.viasverdes.com ). Il tempo non è al top, grigio e uggioso, ma piuttosto del caldo infuocato dei giorni precedenti meglio così. Dal parcheggio salgo alla stazione del treno soppresso nel 1980, dopo cento anni dalla costruzione. La funzione principale era quella di trasportare materiale ferroso e carbone proveniente dalla soprastante località di Ogassa fino alla stazione e alle ferriere di Ripoll nella vallata principale. Da molti anni è stata trasformata in pista ciclabile mantenendone fedelmente il tracciato e le infrastrutture, quali stazione, magazzini (ora albergo), depositi, ponte in ferro ed una galleria. La pista procede in modesta discesa costante, tanto che si potrebbe percorrerla quasi tutta senza pedalare, il ritorno invece presenta questa piccola pendenza comunque ciclabilissima. La struttura costeggia, prima da un lato e poi dall'altro, il suddetto fiume Ter da me già conosciuto in prossimità della foce sempre avvolto da una vegetazione selvaggia e lussureggiante. La segnaletica è particolarmente curata specialmente in prossimità di incroci con stradelle laterali inoltre il percorso è dotato di molteplici cartelli informativi ad ampio spettro che informano, orientano, raccomandano e avvertono, adattati alla lettura da parte di non vedenti.

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Frequentata da runners, sci a rotelle e ciclisti; ci si saluta all'incrociarsi, ma noto che gli “assistiti” che sono i più, fanno fatica a contraccambiare mentre tra “muscolari” risulta più naturale. Forse si saluteranno tra “loro” come fanno i possessori di Porsche quando si vedono, un colpo di fari, una manina, un'accelerata e via. Una decina di chilometri, in queste condizioni, finiscono in fretta nonostante le frequenti fermate per fissare qualche immagine nella fotocamera; la pista, alla fine, confluisce in un'ampia area di sosta che può essere utilizzata anche come punto di partenza, qui è presente un punto assistenza bici che presta anche servizio di locazione. Prima di risalire al punto di partenza rimane tutto il tempo per visitare il caratteristico centro storico di Ripoll , cittadina di antiche origini  e ben preservata.

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Le immagini ora scorrono al contrario e mi è più facile osservare particolari sfuggiti nel percorso di andata in quanto facenti parte di un insieme; sembra il riavvolgimento di una pellicola, un rewind a velocità di riproduzione rallentata. Ogni muro libero e molte finestre evidenziano il sentimento politico indipendentista di questa regione riassunto spesso con l'indicazione dell'ambasciata spagnola ubicata presso il centro raccolta rifiuti. Il ritorno alla stazione di partenza avviene in un orario ancora prossimo al mezzogiorno, ma qui l'orologio biologico porta il mangiare verso le 14, quindi rimaneva il tempo necessario per percorrere i 4,5 km. che mi separavano da Ogassa punto di partenza a monte, tratto questo dismesso ancora nel 1967.

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Con la medesima pendenza la pista continua la sua salita addentrandosi in una valle laterale, ma dopo 2/3 km. circa si interrompe a Toralles in corrispondenza di un vecchio deposito dove il materiale arrivava tramite un sistema di contenitori aerei e piani inclinati funzionanti a gravità. Decido di continuare la salita percorrendo il ripido sentiero sterrato che si stacca sulla sinistra. La pioggia comincia ad infastidirmi e purtroppo, come un novellino, mi sono fatto sorprendere non organizzato sufficientemente. Non posso fermarmi e dopo un paio di chilometri in condizioni proibitive mi rifugio presso un ristorante di Ogassa approfittando della sosta per rifocillarmi; in fondo me l'ero meritata.

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Dopo un pranzo sorprendentemente buono le nuvole diventano benevole e mi attardo in questa bellissima località alla scoperta delle varie miniere, delle fonti, dei corsi d'acqua tra una vegetazione rigogliosa e poi, ormai sazio di cibo e conoscenza, prendo la strada principale che in breve mi riporta alla linea di partenza, ma non è finita qui; poco prima dell'arrivo una deviazione non ciclabile di 5 minuti porta al Gorg de Malatosca dove la riera omonima forma una bella cascata che si getta in un piccolo laghetto poco prima di confluire nel fiume Ter. Un piccolo angolo di Eden imperdibile dove, tra una vegetazione quasi amazzonica, si può godere della frescura e di un bel bagno in un'acqua limpidissima. Ora si che è finita ed il caffè lo vado a prendere alla vecchia stazione, ora trasformata in un bar con esposte fotografie in bianco e nero d'altri tempi di ciò che è stato il recente passato di questa zona che, tra l'altro,  ha vissuto in prima persona  le atrocità di una guerra civile nel 1936/39. (testi e foto di Enzo Pellegrini)

Enzo Pellegrini è autore con Fernando Da Re del volume Moldova e Transnistria in bicicletta: La lentezza abbatte i pregiudizi Formato Kindle

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Fernando Da Re

Un cuore, due gambe e una bicicletta. In testa sempre la fresca vivacità di raccontare. Il risultato lo ritroviamo in questo sito da lui creato e portato avanti con l’entusiasmo e l’impeto dell’atleta che cerca risultati.


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